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Brasile: "Sentinella, a che punto è la notte?"

Evviva! Martedì 21 luglio la Camera dei deputati ha votato il mantenimento e il rafforzamento del Fundeb/Fundo de Manutenção e Desenvolvimento da Educação Básica e de Valorização dos Profissionais da Educação, il principale meccanismo di finanziamento dell’educazione pubblica, creato nel 2007 e in vigore fino al 2020. Oggetto di attacchi pesanti e continuativi da parte del governo, grazie a un lavoro impegnativo e competente delle opposizioni parlamentari per costruire convergenze ampie, e grazie alla presa di posizione di 20 governatori su 27, il governo è stato sconfitto e il fondo mantenuto. Adesso la misura dovrà passare al Senato ed essere completata dai decreti attuativi. La scuola pubblica in tutti i suoi livelli è sotto attacco in Brasile come in molti altri paesi, Italia inclusa, e la sua difesa in ogni Stato ha una ricaduta positiva generale (v. punto 1).

Continuano le lotte di massa dei riders iniziate a San Paolo e in molte capitali mercoledì 1° luglio e riconvocate sabato 25 luglio; il numero di lavoratori della distribuzione a domicilio è esploso durante la pandemia e si consolida come forma di organizzazione della logistica e del commercio. Fra i lavoratori di questo settore si profila un coordinamento duraturo che consenta di affrontare in modo sistematico ed efficiente la trattativa con chi controlla le piattaforme digitali. Anche in questo caso un ramo locale di una lotta internazionale che richiede collegamenti. “Non è solo in Brasile che la uberizzazione del lavoro ha trovato resistenze e se i metodi di dominio di questa nuova organizzazione del lavoro si assomigliano in diversi paesi, l’organizzazione popolare anch’essa ha acquisito risonanza internazionale” (Alessandra Monterastelli https://vermelho.org.br/ 17/7/2020).

Entregadores antifascistas hanno svolto un ruolo importante nelle proteste per migliori condizioni di lavoro dei riders; le tifoserie antifasciste unite hanno iniziato a San Paolo, domenica 31 maggio, le manifestazioni anche di piazza contro il governo Bolsonaro ostacolate dalla pandemia; già il 2 marzo 2018 il Movimento Policiais Antifascismo avevano reso pubblico un manifesto (vale la pena di guardare il sito): sottolineo il termine antifascismo da loro scelto che esprime la lucidità della analisi. Un uso eccessivo o improprio dell’aggettivo qualificativo antifascista? No. È lo stesso Ministero della Giustizia che ha posto la propria firma al carattere fascista dell’esecutivo. Infatti venerdì 24 luglio, sulla Folha de São Paulo, usciva un articolo relativo all'azione segreta promossa da rami dei servizi di informazione per controllare 579 agenti di pubblica sicurezza legati al movimento antifascista, ex titolari della Segreteria nazionale di sicurezza pubblica (Senasp), un ex segretario nazionale dei diritti umani e alcuni docenti universitari. Che spiare di nascosto i propri cittadini sia illegale per uno Stato è cosa ovvia. E si sa che il fascismo è un virus pandemico e che i legami internazionali dei fascismi contemporanei percorrono anche l’Europa.

Il 29 luglio inoltre il procuratore generale della Repubblica Augusto Aras ha ritrovato, presso la procura della Lava Jato a Curitiba, archivi segreti con 50.000 documenti e schede di 38.000 persone di cui la stessa Procura Generale non era a conoscenza. Il sistema complessivo della PGR/Procura Generale della Repubblica ha accesso a 40 terabytes, l’archivio dei procuratori di Curitiba ne aveva a disposizione 350. Dossieraggio, diremmo in Italia… (v. punto 2).

Infine vorrei richiamare l’attenzione sugli effetti nefasti dell’antipolitica che agisce in modi diversi in realtà differenti. In Brasile essa si è servita dell'Operazione Lava Jato sul piano giudiziario operativo per eliminare avversari e sulla generalizzazione della categoria morale della corruzione come arma per squalificare la politica stessa. È ovvio che compito della giustizia è punire in base alle leggi in vigore i corrotti; non è suo compito combattere in termini morali l'indefinita categoria della corruzione. Un'intervista del sociologo Jessé Souza (facilmente consultabile online) ritorna su un'analisi articolata già da lui affrontata in studi approfonditi su aspetti di fondo della società brasiliana. Riporto un breve tratto che invita a riflettere sulla delicatezza dei sistemi democratici (tutti e non solo quello brasiliano) quando viene meno il rispetto della divisione dei poteri e della rigorosa applicazione delle procedure (v.punto 3).

Per concludere mi permetto di sentire un gran silenzio da parte dell’Europa e dell’Italia sulla deriva antidemocratica, antisociale e fascistizzante dell’attuale governo brasiliano. Europa che è sempre assai pronta a misurare la correttezza democratica di altri paesi sudamericani. Ancora più pesante mi sembra la disattenzione al riguardo delle dichiarazioni di Elon Musk sul colpo di Stato in Bolivia del novembre 2019 (in cui il Brasile ha avuto parte): capisco che le azioni Tesla hanno importante valore di mercato…(T.I. 1/8/2020)

1) L'educazione ha vinto Bolsonaro

Perpétua Almeida, deputata federale del PCdoB/Acre

Fundeb ha un compito fondamentale nel paese, dal momento che finanzia oltre il 60% dell’educazione brasiliana. L’educazione è superiore a qualunque governo. Rendere permanente Fundeb è una grande sconfitta per il governo Bolsonaro e una vittoria per 43 milioni di studenti e professori che dipendono da tale investimento dal nido fino all’insegnamento medio. (…) In base al testo approvato il contributo dell’Unione crescerà gradatamente fra 2021 e 2026 dall’attuale 10% al 23%. Almeno metà del denaro extra dovrà essere destinato all’insegnamento di base. Tutti i brasiliani ne avranno vantaggio!

Fonte: vermelho.org.br 25/07/2020 Interessante anche l'intervista di Gregório Grisa, dell’Instituto Humanistas Unisinos, Universidade do Vale do Rio dos Sinos - Campus São Leopoldo. Il sito dell’università gesuita offre abitualmente materiali di spessore.

2) L’azione segreta della Sicurezza contro gli antifascisti minaccia le libertà

È gravíssima l’azione che avviene nel limbo dei regolamenti dell’area dei servizi di intelligence, afferma Renato Sérgio de Lima* nella Coluna Faces da Violência della Folha. “Insomma, non solo il ministro André Mendonça deve essere convocato per chiarimenti. Bisogna sapere se il Gabinetto di Sicurezza Istituzionale/GSI, guidato dal generale Augusto Heleno, come organo centrale e di coordinamento del Sisbin sapeva o autorizzò l’operazione. Quale la catena di comando dell’operazione e quale il suo raggio d’azione sono domande che chiedono risposta urgente. Il presidente Bolsonaro era stato informato dell’azione? (…) Nelle democrazie il segreto è qualche cosa di possibile, se le sue motivazioni e implicazioni sono qualche cosa che possa essere fatto pubblicamente, con trasparenza e controllo. Al contrario, soggetti autonomi acquisiscono forza e mettono a rischio l’istituzionalità dello Stato di diritto. Un'operazione come quella resa nota dal giornalista Rubens Valente mostra che non è esagerazione retorica temere per le libertà individuali oggi in Brasile”.

*direttore del Forum Brasiliero de Segurança Publica. Il ministero pubblico federale ha aperto un procedimento per raccogliere informazioni preliminari sull’azione della Segreteria di Operazioni Integrate/Seopi. Fonte: Jornal GGN - 25/7/2020

3) “La Lava Jato è stata una mafia fin dall’inizio"

Intervista a Jessé Souza di Amanda Massuela 13/7/2020 https://revistacult.uol.com.br/home/

D. Se Bolsonaro è stato il prodotto finale di tale processo di dominazione (di forze internazionali e interne), la Lava Jato è stato il ponte?

R. Certamente, senza la Lava Jato non ci sarebbe Bolsonaro. La Lava Jato voleva togliere il PT/Partito dei lavoratori dal potere per metterci il PSDB/Partito della socialdemocrazia brasiliana e ha finito per criminalizzare tutta la politica, ciò che è un terreno perfetto per l’emergere di un profilo come Bolsonaro come strada di salvezza per la moralità pubblica. Ma la Lava Jato fin dal primo giorno è stata un progetto politico. Moro andava negli USA a imparare con l'FBI dal 2007, sette anni prima della Lava Jato. Tutto ciò è stato costruito. La Lava Jato fin dall’inizio è stata una mafia. Non è un'accusa vuota, è un'analisi. Essa non osservò mai nessun ordine legale, è stata criminale e ha contraddetto la legge tutto il tempo grazie al blindaggio mediatico della élite che la proteggeva. Ed è importante dire che la Lava Jato non solo ha causato una perdita in denaro, non solo ha distrutto l’infrastruttura, milioni di posti di lavoro, la forza economica del Brasile, non solo ha impoverito il paese. Essa ha distrutto consensi democratici estremamente difficili da costruire. Molte persone hanno dato la vita per questo, sia perché sono stati assasinati o perché hanno dedicato la vita a ciò. Sono almeno due generazioni che hanno lottato per trasformare la fede nella democrazia in un desiderio di tutti i brasiliani, qualche cosa che è fragile. Questi cinquant'anni di lotta contro la dittatura e per la democratizzazione, questo è ciò che la Lava Jato ha aiutato a distruggere. Il Brasile oggi ha consensi autoritari, più di quanto abbia mai avuto, e questo è un prodotto di ciò che ha fatto l’operazione, giocando con il tema dell’onestà nel modo più ipocrita possibile, mentre distruggeva l’anima di una democrazia.

Organizzazione e traduzione di Teresa Isenburg

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a cura di Nicoletta Manuzzato