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Colombia, riprendono i negoziati con l'Eln Il governo di Bogotá e la guerriglia dell'Ejército de Liberación Nacional, hanno ripreso il 13 febbraio a Città del Messico le trattative per gettare le basi di un'eventuale tregua. "Siamo qui con l'impulso dato dal presidente colombiano Gustavo Petro alla pace come politica di Stato", ha dichiarato Otty Patiño, capo della delegazione governativa. E Pablo Beltrán, rappresentante dell'Eln, ha affermato che in questo secondo round di negoziati si cercherà di concordare le condizioni per un "cessate il fuoco bilaterale, temporaneo e nazionale". L'obiettivo è quello di "una pace integrale e duratura". Dopo quattro anni di paralisi, il dialogo tra le parti era ricominciato in novembre grazie alla vittoria di Petro al ballottaggio di giugno. Ci sono stati momenti difficili, ad esempio l'annuncio del capo dello Stato di un cessate il fuoco bilaterale per l'inizio del nuovo anno era stato prontamente smentito da un comunicato del movimento guerrigliero, che negava l'esistenza di un accordo in tal senso perché non era stato discusso al tavolo del negoziato. E il sequestro del sergente Libey Danilo Bravo da parte dei guerriglieri, avvenuto il giorno dopo la ripresa dei colloqui, ha portato a un ulteriore scontro e Petro è giunto ad accusare l'Eln di sabotare "qualsiasi possibilità di pace". Fortunatamente dall'Eln è stata assicurata la pronta liberazione del sergente. (22/2/2023)
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cura di Nicoletta Manuzzato |