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Brasile, il secondo turno delle amministrative
Nelle domeniche 15 e 29 novembre si sono tenute in Brasile
le elezioni amministrative per la scelta dei sindaci e dei Consigli
comunali di 5554 municipi. Il primo turno ha eletto i consiglieri e
parte dei sindaci. Le città con oltre 200.000 abitanti nelle quali
i candidati a sindaco non avevano superato il 50% dei suffragi (57)
hanno realizzato un ballottaggio il 29 novembre. Lo Stato di Amapá
avrà elezioni il 6 dicembre a causa del lungo blackout di energia
elettrica che lascia da settimane Macapá e altri centri al buio.
Come sono andate queste due tornate di un’elezione importante?
Naturalmente la risposta dipende dal proprio punto di vista e
dal contesto. Lascio il primo alla scelta di ciascuno e ricordo
qualche riferimento al secondo. Da agosto 2016 il Brasile vive in
una situazione istituzionale imprecisa: il governo di Michel Temer
(agosto 2016-dicembre 2018) era conseguenza della deposizione
anticostituzionale della presidente Dilma Rousseff, un esecutivo
insediato per smantellare lo stato sociale e indebolire il settore
economico pubblico. Esso ha aperto la strada a forze di estrema
destra sostenute da interessi settoriali interni e influenze
internazionali con l’elezione di Bolsonaro, che nella sua gestione
non rispetta la Costituzione. Per questo le recenti elezioni
amministrative sono importanti. Esse hanno segnato, da quello che
si può cogliere anche al di là dei dati statistici, un
indebolimento dell’onda prodotta dalla convergenza fra forze di
estrema destra fascistizzanti e correnti integraliste di
fondamentalismi religiosi del periodo elettorale degli utlimi
mesi del 2018.
Nel secondo turno importante è la vittoria di Edmilson Rodrigues
del PSOL/Partito Socialismo e Liberdade a Belém do Pará, la porta
dell’Amazzonia; di Eduardo Paes del DEM/Democratas (partito di
centrodestra) che ha stracciato il precedente sindaco Marcelo
Crivella, pastore neopentecostalista, nipote di Emir Macedo della
IURD/Igreja Universal do Reino de Deus. Intensa è stata la
competizione a San Paolo dove Guilherme Boulos del PSOL si
impone come giovane quadro di alto livello espressione dei
movimenti sociali. Ottenere il 40% dei suffragi di fronte al
candidato già sindaco Bruno Covas, espressione diretta
dell’establishment di generazioni paoliste conservatrici e
immobili nel tempo, è molto. Il grande dolore è non essere riusciti
a eleggere sindaca di Porto Alegre Manuela D’Avila: combattiva
condidata alla vicepresidenza del Brasile insieme a Fernando Haddad
nel 2018, già giovanissma deputata statale e federale negli anni
passati, brillante giovane quadro competente e ironica che ha
conquistato oltre il 45% dei voti. Pericoloso e simbolico
eleggerla: contro di lei sono state usate le subdole armi dei
messaggi delle reti sociali: migliaia e migliaia di twitter
menzogneri che la giustizia elettorale non ha voluto vedere in modo
efficace. "Abbi cura di Porto Alegre, perché Porto Alegre merita
di avere uomini e donne che vivano con più dignità" è stato il
messaggio con cui Manuela ha posto subito il neoeletto
di fronte alla realtà sociale.
La situazione quindi non è buona nel suo insieme, ma è in
movimento.
Concludo con una domanda: cosa ci importa delle elezioni
amministrative in Brasile? E con una risposta: l’America del Sud è
uno spazio significativo per l’Italia, dal momento che in Oriente…
in Europa… sono realtà in cui altre forze dominano. Inoltre è molto
irresponsabile far finta di non vedere il pericolo immane di
governi fascistizzanti che tessono relazioni e contatti anche nel
nostro paese. Traduco alcuni commenti tratti da blog brasiliani.
(T.I.)
I risultati del primo turno delle elezioni municipali,
divulgati domenica 15, indicano uno spostamento dell’elettorato
verso la politica più tradizionale, analizza il sociologo Clemente
Ganz Lúcio. Secondo lui vi è stata una discontinuità dell’onda
bolsonarista del 2018. "C’era una forte preoccupazione che quel
movimento (bolsonarista) avesse un grande risultato (nelle elezioni
municipali), ma la società non ha assunto questo comportamento, ma
uno spostamento verso la politica più tradizionale", afferma. Lúcio
vede l’area del centro più avvantaggiata dai risultati, anche se
diversi municipi avranno il secondo turno. "Ma l’insieme della
sinistra PT, PSOL, PCdoB è riuscito a recuperare un certo
protagonismo elettorale, a mantenere comuni, a ottenere un numero
di consiglieri importante. In un certo modo l’area democratica
respira", aggiunge. Secondo il sociologo, il DEM, che nel primo
turno ha conquistato tre capitali, ha ricevuto voti che
tradizionalmente sarebbero stati del PSDB e del MDB. "Il DEM si sta
posizionando come partito di centrodestra, ruolo che svolgeva il
MDB”, ritiene. Vi è stata perdita di spazio sia per il PSDB che per
il PT, che non hanno mantenuto il dinamismo della polarizzazione
degli ultimi vent'anni.
Fonte: O campo democrático respira di
Mariana Branco, Vermelho 16/11/2020
Dopo lo spoglio dei voti del primo turno delle elezioni municipali
Oswaldo Amaral, docente di Scienza della politica presso l’Università
Statale di Campinas/Unicamp, ritiene che vi sia un rafforzamento
di partiti di destra non bolsonaristi e una riorganizzazione di
forze di sinistra. A differenza di alcuni analisti, non vede il PT
come perdente nelle elezioni, sebbene abbia perso 65 municipi.
Secondo Oswaldo, quella che è in corso è una rioganizzazione
dell’area di sinistra in cui il PT ha meno protagonismo. Sul
versante di destra dell’arco politico i partiti più avvantaggiati a
livello municipale fanno parte del cosiddetto "grande centro".
Fonte:
Eleições têm rearranjo da esquerda e alçam direita
não-bolsonarista di Mariana Branco, Vermelho 17/11/2020
I Consigli comunali delle
capitali brasiliane saranno assai neri nel 2021. Sommando i seggi
di tutte le 25 capitali che hanno eletto i Consigli domenica 15,
il 44% sarà occupato da persone nere. Tuttavia, se si guarda il
genere, le donne saranno solo il 18% dei Consigli municipali delle
capitali.
Fonte: Eleição 2020, Vermelho 21/11/2020
I sindaci indigeni passeranno
da sei a dieci in Brasile nel 2021. Da gennaio 2021 dieci città
brasiliane saranno amministrate da sindaci che si dichiarano
indigeni. Nell'elezione precedente del 2016 sei candidati indigeni
vennero eletti per guidare municipi. Questa è la seconda elezione
municipale in cui la Giustizia Elettorale ha chiesto che i
candidati dichiarassero il loro colore/razza al momento di
depositare le candidature: bianca, nera, "parda", gialla e
indigena. I numeri indicano un maggiore impegno di indigeni per
accedere a cariche elettive, secondo un movimeno che cresce dal
1982, anno in cui venne eletto il primo indio deputato in Brasile:
il cacique Xavante Mário Juruna. Tale elezione fu fondamentale per la
crescita del movimento indigeno che ha contribuito a due importanti
articoli della Costituzione Federale del 1988, gli articoli 231 e
232, che corrispondono al capitolo VIII, "Degli Indii".
Fonte: Vermelho
17/11/2020
Laura Capriglione, del blog
Jornalistas Livres, riconosciuta come una delle migliori reporter
del paese, parla con ottimismo del futuro, soprattutto perché segue
da vicino la riorganizzazione e la riaffermazione dei movimenti
sociali nelle strade. "C’è una nuova utopia che affiora in Brasile,
l’utopia dell’inclusione, dell’antirazzismo. Credo che si stia
profilando il nostro ritorno".
Fonte: Jornal GGN 28/11/2020
I partiti dell’area
democratico-progressista hanno avuto votazioni significative
domenica 29 e hanno conquistato terreno nel secondo turno delle
elezioni municipali del 2020. Oltre ad eleggere sindaci in dodici
città, la sinistra ha avuto risultati molto superiori a quelli del
2016 in centri importanti, in particolare a San Paolo e a Porto
Alegre. Nel compresso dal 1° gennaio 2021 i partiti di sinistra
amministreranno 807 municipi.
Fonte: André Cintra, Vermelho 29/11/2020
Traduzione e organizzazione di Teresa Isenburg, San Paolo,
30/11/2020
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Latinoamerica-online.it a
cura di Nicoletta Manuzzato |