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Referendum in Ecuador: sì alla mano dura, no alla politica neoliberista
(24/4/2024) All'annuncio dei risultati del referendum del 21 aprile il
presidente Noboa ha scritto sul suo account X: "Grazie
Ecuador per l'ampio appoggio a una politica di sicurezza e
lotta contro la corruzione". Un tono trionfalistico che volutamente
ignora i punti su cui la proposta del governo ha subito una solenne
bocciatura. È vero infatti che gli elettori hanno approvato la
politica di mano dura di fronte all'aumento della criminalità, come
il ruolo delle forze armate in appoggio alla polizia nelle
operazioni contro la delinquenza organizzata; la concessione
dell'estradizione di cittadini ecuadoriani su richiesta della
giustizia di altri paesi; l'aumento delle pene e l'eliminazione dei
benefici penitenziari per determinati reati. È la logica
conseguenza della situazione di insicurezza che si vive nel paese,
attualmente uno dei più violenti della regione. Tra i bersagli
soprattutto i sindaci: nella settimana precedente il voto sono
stati assassinati José Sánchez, primo cittadino di Camilo Ponce
Enríquez (provincia di Azuay), e Jorge Maldonado, di Portovelo (El
Oro). E lo stesso giorno della consultazione è morto per mano dei
killer Damián Parrales, direttore del carcere El Rodeo di
Portoviejo.
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Condanna internazionale per l'assalto all'ambasciata messicana a Quito (17/4/2024) Un attacco all'inviolabilità delle sedi diplomatiche e al diritto d'asilo: questo il significato dell'assalto della polizia ecuadoriana, la sera del 5 aprile, all'ambasciata messicana a Quito per arrestare l'ex vicepresidente Jorge Glas. A quest'ultimo, rifugiato fin da dicembre dopo l'ennesimo episodio di persecuzione giudiziaria, Città del Messico aveva appena concesso asilo politico. Nonostante tutto ciò Glas è stato letteralmente sequestrato da agenti incappucciati che - come risulta dai video girati all'interno - hanno anche malmenato e costretto a terra Roberto Canseco, l'incaricato d'affari, colpevole di aver cercato di opporsi. Canseco era titolare della missione diplomatica dopo che l'ambasciatrice Raquel Serus era stata dichiarata persona non grata dal governo Noboa, in seguito ad alcune affermazioni di López Obrador, che aveva messo in relazione l'assassinio in agosto del candidato presidenziale Villavicencio con la vittoria elettorale di Noboa due mesi dopo. segue |
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Il Brasile nell'epoca del caos
(31/3/2024)
Varie cose sono successe nelle
ultime settimane in Brasile. Accadimenti che hanno riflessi anche
internazionali e che confermano che viviamo nell’epoca del caos che
accompagna la rimessa in discussione dell’egemonia e degli attori
che per essa competono.
Caso
Marielle. Dopo sei anni dall’assassinato, avvenuto il 14
marzo 2018, della consigliera comunale di Rio de Janeiro
Marielle Franco e dell’autista Anderson Gomes, il 24 marzo
2024 la polizia federale ha compiuto una serie di arresti di quelli
che si ritengono essere i mandanti
dell’ assassinio. Il sicario Ronnie Lessa era già detenuto
da tempo. Gli arrestati in quanto mandanti sono due fratelli,
Domingos
Brasão, consigliere dei Tribunale dei Conti dello Stato di
Rio, e
Chiquinho
Brasão, deputato federale del partito
União
Brasil (dal quale è stato al momento espulso). Sono
imprenditori con una rete di distribuzione di benzina, attivi nella
speculazione edilizia illecita (e questo sembra il motivo della
eliminazione di
Marielle), collegati al mondo delle milizie che operano e
controllano le favelas (oggi chiamate comunità). Terzo arrestato
Rivaldo Barbosa, ex capo della Polizia civile di Rio (ed è a questo
ramo delle polizie che spetta il compito di svolgere le indagini),
carica alla quale venne nominato a marzo 2018 dal commissario
della Segreteria di Sicurezza di Rio generale Walter
Braga
Neto.
(Teresa Isenburg)
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Tutti gli approfondimenti sul Brasile
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Argentina, ricetta neoliberista e alleanza strategica con gli Usa (7/4/2024) Una mobilitazione che ha superato ogni aspettativa: il 24 marzo centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza a Buenos Aires e nelle altre città argentine, nell'anniversario del colpo di Stato del 1976. La manifestazione per la Memoria, la Verità e la Giustizia è stata anche una dimostrazione dell'opposizione alla politica del presidente Milei. Nel documento, letto in Plaza de Mayo dalla presidente delle Abuelas Estela de Carlotto, dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel e da Taty Almeida di Madres Fundadoras, si ricorda tra l'altro che le vittime di quegli anni "lottavano per una società più giusta, ugualitaria, solidale e sovrana. Per questo li hanno portati via. Le stesse bandiere abbiamo impugnato come organismi dei diritti umani in pieno genocidio, quando abbiamo affrontato la dittatura più sanguinosa. E così facciamo oggi perché il governo di Milei intende strapparci tutto: i nostri diritti, la nostra sovranità e la nostra libertà". Il golpe di 48 anni fa servì ad imporre "con il terrorismo di Stato, la concentrazione della ricchezza in poche mani, l'approfondimento della disuguaglianza sociale e con essa la miseria pianificata (...) Le stesse corporazioni che si beneficiarono allora sono quelle che tornano a farlo oggi, con la stessa ricetta neoliberista, la stessa crudeltà e lo stesso disprezzo per il popolo argentino". segue |
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Emergenza umanitaria ad Haiti
(14/3/2024)
Duecento bande criminali che si disputano il potere in un paese
immerso nel caos e dove lo Stato non è in grado di offrire
alcuna protezione alla popolazione. È la situazione di Haiti, in
preda a una vera e propria emergenza umanitaria: secondo il
responsabile del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu nella
nazione caraibica,
Jean-Martin Bauer, siamo di fronte a "una delle crisi alimentari
più gravi al mondo", con quasi un milione e mezzo di persone
"sull'orlo della denutrizione". Oltre 360.000 haitiani, la metà
dei quali bambini, hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni
per sfuggire alla violenza, inaspritasi agli inizi di marzo
quando, in un attacco sanguinoso delle pandillas al penitenziario di Port-au-Prince, 3.600 prigionieri
sono riusciti a fuggire. Oltre alle carceri sono state attaccate
caserme, banche, magazzini comunitari e persino il Palazzo Nazionale.
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Celac, la destra regionale diserta il vertice
(2/3/2024) I temi sul tappeto erano della massima importanza: sicurezza
alimentare, strategia sanitaria, cambiamento climatico,
mantenimento della pace nel subcontinente. Ma molti paesi non erano
rappresentati al massimo livello: dei 33 capi di Stato e di
governo chiamati a partecipare a Kingstown, capitale di Saint
Vincent and the Grenadines, all'ottavo vertice della Comunidad
de Estados Latinoamericanos y Caribeños, erano
presenti solo in quindici. Mancavano in
particolare l'argentino Milei, il salvadoregno Bukele,
l'ecuadoriano Noboa e l'uruguayano Lacalle Pou.
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Colombia, il difficile cammino della pace
(28/2/2024) Il presidente Gustavo Petro ha voluto lanciare un messaggio di pace
nel corso della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza (16-18 febbraio).
"Noi possiamo aiutare l'Ucraina non con le armi, non attizzando una
guerra tra fratelli - ha affermato parlando ai giornalisti -
Possiamo aiutare in ciò che abbiamo appreso dalla pace, per esempio
come sminare un territorio, per esempio propiziando i colloqui che
permettano di uscire dalla guerra". Una risposta alle pressioni
statunitensi sui paesi dell'America Latina per "arruolarli"
nell'appoggio bellico a Kiev.
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Sulla Colombia v. anche:
Hasta siempre Piedad |
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El Salvador, Bukele rieletto tra denunce di irregolarità (23/2/2024) Sono stati resi noti dal Tribunal Supremo Electoral i risultati definitivi delle presidenziali del 4 febbraio: Nayib Bukele è stato rieletto con l'82,6% dei voti. Un risultato poco credibile, anche tenendo conto della grande popolarità conquistata dal capo dello Stato con la sua spregiudicata lotta alle maras. In realtà vengono taciute le tante denunce di brogli e di irregolarità: disconnessione del sistema durante la trasmissione dei conteggi, mancanza di dati ufficiali, sostituzione degli scrutatori designati... Senza contare che i salvadoregni si sono recati alle urne nel quadro di un estado de excepción in vigore dal marzo del 2022 (e che dopo il voto è stato prorogato per altri 30 giorni). segue Su El Salvador v. anche: Avances y retrocesos del proyecto Bukele en elecciones 2024 |
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Venezuela, scoperti cinque piani eversivi (24/1/2024) Dal maggio scorso 32 persone sono finite in carcere, accusate di aver partecipato a cinque piani eversivi sventati dall'intelligence bolivariane. Lo ha rivelato il 22 gennaio il fiscal general Tarek William Saab, aggiungendo che sono stati emessi altri ordini di cattura. Tra i sospettati di cospirazione figurano civili e membri della Fuerza Armada Nacional Bolivariana. Tra gli obiettivi dei golpisti l'assassinio del presidente Maduro e assalti a installazioni militari. Il procuratore ha mostrato le testimonianze di due arrestati che coinvolgono in questi complotti la Cia e alcuni dirigenti politici di destra. segue Il governo Maduro svela i 5 piani cospirativi dell'estrema destra nel 2023 |
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Guatemala, la promessa di una nuova primavera
(20/1/2024) L'investitura di Bernardo Arévalo de León alla massima carica
dello Stato e della sua vice Karin Herrera Aguilar era previsto per le 16 di domenica 14 gennaio, ma ha
potuto avvenire solo nelle prime ore di lunedì 15, a causa del
ritardo nell'insediamento dei nuovi deputati. Un ritardo dovuto ai
tentativi dei parlamentari legati alla vecchia legislatura di
mantenere il controllo del Congresso o almeno della sua Junta
Directiva, ostacolando l'ingresso degli eletti del
Movimiento Semilla. Tentativi andati a vuoto, dal momento che alla
fine a
presiedere il Parlamento è stato proclamato un esponente di
Semilla, Samuel Pérez. E anche la seconda votazione dei
vertici del Congresso, imposta dalla Corte de
Constitucionalidad in seguito ai ricorsi dell'opposizione, si
è conclusa giorni dopo con la sconfitta della destra: la nuova
Junta Directiva è composta da legislatori vicini ad Arévalo ed
è presieduta da Nery Ramos, del Partido Azul.
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Perù, in libertà l'ex dittatore Fujimori
(23/12/2023)
Que se vayan todos. È questa la richiesta di migliaia di
persone scese in piazza a un anno dall'insediamento della
presidente Boluarte e dopo la liberazione di Alberto Fujimori,
uscito il 6 dicembre dal carcere vip in cui era
rinchiuso. I manifestanti
chiedono non solo la rinuncia dell'esecutivo, ma
anche lo scioglimento del Congresso ed elezioni
anticipate. In pratica è il rifiuto totale di una
classe dirigente corrotta.
L'ex dittatore, che stava scontando una condanna a
25 anni di prigione per crimini di lesa umanità, ha
beneficiato di un indulto del 2017, che era stato in
seguito dichiarato illegale dalla Corte Suprema
e che è stato ripristinato su ordine del
Tribunal Constitucional. La scarcerazione di
Fujimori è avvenuta in barba alle risoluzioni della
Corte Interamericana de Derechos Humanos, che
si era pronunciato contro l'indulto "per
garantire il diritto di accesso alla giustizia delle
vittime". Dina Boluarte ha però deciso di non
obbedire alla Cidh: ha bisogno dell'alleanza dei
fujimoristi, sui quali si appoggia per contrastare
le denunce a suo carico per violazione dei diritti umani dopo la morte di
oltre sessanta persone, uccise dalle forze di
sicurezza nel corso di manifestazioni
antigovernative. Fujimori è dunque libero e godrà di un ulteriore beneficio:
è stato infatti annullato il procedimento di
indagine sulle sterilizzazioni forzate commesse
durante il suo regime ai danni di migliaia di donne
indigene povere.
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Brasile, 8 gennaio 2024
(11/1/2024)
Un anno è passato da quando in Brasile il governo federale,
da poco insediato sotto le presidenza di Luiz Inácio Lula da Silva,
veniva frontalmente attaccato da azioni golpiste coordinate che
devastarono le sedi istituzionali dei tre poteri nel Distretto
Federale. A distanza di dodici mesi da quei fatti l’esecutivo
federale e in prima persona il presidente hanno promosso un atto
pubblico forte negli spazi del Parlamento, convocando i
rappresentati istituzionali principali, cioè il presidente del
Supremo Tribunale Federale, il presidente del Tribunale Superiore
Elettorale, il procuratore generale della Repubblica, i presidenti
dei due rami del Parlamento, i governatori degli Stati e del
Distretto Federale. In parallelo in molte città si sono tenute
manifestazioni per la difesa dello stato democratico di diritto. (Teresa Isenburg)
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Tutti gli approfondimenti sul Brasile
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Bolivia, Evo Morales non potrà ricandidarsi
(30/12/2023)
"La restrizione alla possibilità di candidatura illimitata è una
misura idonea ad assicurare che una persona non si perpetui al potere". Lo ha affermato il
Tribunal Constitucional Plurinacional, annullando così la
decisione del 2017 della stessa corte che aveva permesso a Evo
Morales di ricandidarsi con la giustificazione che si trattava di un "diritto umano".
Secondo questa nuova sentenza, presidente e vicepresidente possono
presentarsi solo per due mandati, consecutivi o meno. Morales
dunque non potrà partecipare alla contesa elettorale del 2025, come
aveva preannunciato, avendo già completato tre gestioni
presidenziali (la quarta era stata interrotta dal golpe
del 2019).
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Cile, respinta la proposta di Costituzione
dell'estrema destra
(19/12/2023)
I cileni hanno respinto, con il 55,7% dei voti, il
progetto di Costituzione presentato da una maggioranza di estrema
destra, che proponeva un inasprimento delle leggi contro
l'immigrazione clandestina, poneva un'ipoteca sul diritto di aborto
e limitava il ruolo dello Stato in un'economia di mercato,
delineando un regime fortemente neoliberista. Il testo era stato
elaborato da un Consejo Constitucional eletto in maggio e dominato dal reazionario Partido Republicano
dopo la bocciatura, nel settembre 2022, della proposta
democratica e innovativa redatta da una prima assemblea costituente.
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"La dottrina Monroe è viva" (29/11/2023) Commemorando il duecentesimo anniversario della sua proclamazione da parte del presidente statunitense Monroe, un gruppo di parlamentari repubblicani ha presentato in Senato una risoluzione che riconosce i principi di libertà e indipendenza dell'emisfero consacrati nella Dottrina Monroe "come una pietra angolare durevole della politica estera degli Stati Uniti" e riafferma il diritto Usa "di opporsi a un potere straniero che estenda un'influenza maligna che potrebbe porre in pericolo o minare le democrazie dell'emisfero occidentale". segue |
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L'America Latina condanna il massacro di civili a Gaza (24/11/2023) Di fronte al massacro della popolazione civile nella Striscia di Gaza da parte delle truppe israeliane, dure reazioni di condanna sono venute da gran parte dell'America Latina. Il governo boliviano ha annunciato il 31 ottobre la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele "in ripudio e condanna dell'aggressiva e sproporzionata offensiva militare in atto". Non è la prima volta che La Paz interrompe i rapporti con Tel Aviv: era già successo nel 2009 per decisione di Evo Morales, sempre in seguito a un attacco israeliano a Gaza; le relazioni erano state poi riallacciate dal governo golpista di Jeanine Añez. segue Sull'argomento v. anche: Miradas feministas sobre Gaza |
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Cuba, nuovo voto dell'Onu contro il bloqueo (3/11/2023) Anche quest'anno l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita il 2 novembre, ha chiesto in modo quasi unanime di "porre fine all'embargo economico, commerciale e finanziario" imposto dagli Stati Uniti contro Cuba. 187 i voti a favore, solo due contrari (Usa e Israele) e un'astensione (Ucraina). Un successo importante per l'isola, sottoposta da decenni a un vero e proprio atto di guerra in tempo di pace. Ma un successo simbolico, perché destinato a rimanere lettera morta di fronte alla volontà statunitense di perseguire con questo strumento il suo obiettivo: "annullare la capacità del governo di rispondere alle necessità della popolazione, creare una situazione di ingovernabilità e distruggere l'ordine costituzionale", come ha denunciato il ministro degli Esteri dell'Avana Bruno Rodríguez. segue Su Cuba v. anche: Cuba se mira en el espejo palestino |
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