Latinoamerica-online.it analisi e approfondimenti sull'America Latina |
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Venezuela, il sabotaggio elettorale e l’intossicazione informativa |
Lotta al neocolonialismo: l'Honduras si è ritirato dal Ciadi
(26/8/2024)
A sei mesi dalla notifica da parte di Tegucigalpa, è diventato
effettivo il 25 agosto il ritiro dell'Honduras dal Ciadi, la sigla
in spagnolo del Centro
Internazionale per la Risoluzione delle Controversie sugli
Investimenti Esteri. L'Icsid (questa la sigla in inglese) venne
istituito nel 1965 dalla Convenzione di Washington come sistema di
arbitrato internazionale nei contrasti tra investitori stranieri e
Stati ospitanti. In realtà si tratta di un meccanismo perverso di
impoverimento dei paesi del Sud del mondo: in base alle sue regole
uno Stato può essere denunciato da una corporazione quando questa si
ritenga defraudata per un mancato guadagno a causa di una legge del
governo nazionale (in genere emanata per proteggere i diritti dei
lavoratori o dell'ambiente). Si calcola che la sola America Latina
abbia perso in tal modo più di 30 miliardi di dollari.
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Honduras, Xiomara Castro denuncia un nuovo tentativo di golpe
(4/9/2024)
"La pace e la sicurezza interna della Repubblica sono in pericolo
per un nuovo colpo di Stato che il popolo deve fermare".
Questo il drammatico messaggio lanciato la sera del 3 settembre
dalla presidente Xiomara Castro in un discorso attraverso la radio
e la tv nazionale. "Il piano per distruggere il mio governo socialista
e
democratico e il prossimo processo elettorale è già in marcia", ha
aggiunto attribuendo il progetto di golpe "alle stesse
forze oscure che agirono nel 2009" destituendo suo marito, l'allora capo di Stato Manuel Zelaya.
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Il Messico "congela" i canali diplomatici con Usa e Canada
(28/8/2024)
"Speriamo vi sia da parte loro una conferma che
saranno rispettosi dell'indipendenza del Messico, della sovranità
del nostro paese, ma finché questo non avviene e finché continuano
con quella politica ci sarà una pausa". Con queste parole il
presidente López Obrador ha "congelato" i rapporti con l'ambasciatare
statunitense Ken Salazar e con quello canadese Graeme C. Clark. Al centro del contendere la riforma
del potere giudiziario promossa dall'esecutivo con l'elezione
dei giudici attraverso il voto popolare: una risposta alla continua opposizione
esercitata dalla Corte Suprema e dai tribunali federali alle
diverse iniziative proposte nell'ambito della Cuarta
Transformación. Come si legge nell'editoriale de La
Jornada del primo settembre, "per decenni il potere
giudiziario è stato complice di presidenti della Repubblica e
parlamentari federali che hanno devastato la Costituzione,
spogliandola del carattere sociale che era la sua essenza e la sua
ragion d'essere per trasformarla in garante non dei diritti dei
cittadini, ma della continuità dell'oligarchia neoliberista. Dopo
la decisiva sconfitta elettorale del gruppo politico che aveva
imposto il neoliberismo, il potere giudiziario assunse il ruolo di
difensore di un regime che aveva perso l'appoggio sociale,
diventando in tal modo non solo una forza elitaria e conservatrice,
ma il principale ostacolo per la democrazia".
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Sul
Messico v. anche:
Militares registraron vuelos de la muerte para Gobernación y Sedena |
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Colombia, il gobierno del cambio tra passi avanti e minacce di
golpe
(9/8/2024)
Gustavo Petro, il primo presidente progressista della Colombia, è
giunto a metà del suo mandato (si era infatti insediato
il 7 agosto 2022). Due anni non facili per il gobierno del
cambio, in un paese dove
la destra è ancora molto forte e ha in mano quasi tutti i media. Un
importante successo è stato in giugno il voto favorevole del
Parlamento alla riforma previdenziale, nonostante gli ostacoli
posti dalle opposizioni che hanno allungato con ogni mezzo i tempi del dibattito. "Si tratta della
principale conquista sociale del popolo lavoratore della Colombia
da molto tempo a questa parte - ha commentato il capo dello Stato -
Due milioni di persone che hanno passato la vita lavorando
riceveranno un assegna pensionistico degno della loro vecchiaia.
Milioni di lavoratori e lavoratrici di basso salario avranno
diritto a una pensione reale".
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Il G20 presieduto dal Brasile: i temi in discussione
(23/8/2024)
Dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024 la
presidenza per avvicendamento del G20 è nelle mani del Brasile.
Vorrei riassumere qualche informazione su come il paese ospite
conduce fino a questo momento tale compito e anche ragionare sul
significato e sull’influenza di questi summit internazionali a
partecipazione variabile (G7, G8, G20, G77, ecc.). Cercherei anche
di capire in che modo ogni paese che aderisce al sodalizio
partecipi ai lavori e come poi informi di quanto fatto e deciso i
propri cittadini. Creato nel 1999 dai ministri delle Finanze del
G7 in presenza della crisi finanziaria globale, il G20 ha
l'obiettivo di dibattere temi relativi al riequilibrio dell’economia
internazionale, dello sviluppo sociale e della governance
globale. Ad esso aderiscono Africa del Sud, Arabia Saudita,
Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud,
Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia,
Messico, Regno Unito, Russia, Turchia, USA. I paesi integranti del
G20 rappresentano a livello mondiale l'85% dell’economia, oltre il
75% del commercio e circa i 2/3 della popolazione. In questo anno il
Brasile ha lavorato e lavora in stretta collaborazione con India e
Africa del Sud, presidenti rispettivamente per il 2023 e per il
2025. L’indicazione assai vaga dei compiti di questo aggregato fa
sì che il contenuto delle assise dipenda molto dal modo di operare
di chi detiene la carica annuale, da come i Ministeri, soprattutto
degli Esteri, organizzano gli incontri.
(Teresa Isenburg)
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Tutti gli approfondimenti sul Brasile
a questo link |
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Perù, approvata l'amnistia per i repressori (10/8/2024) Il 9 agosto rimarrà come una data nera nella storia del Perù: segna l'approvazione di una legge che dichiara prescritti i crimini di lesa umanità commessi anteriormente al 1° luglio 2002, quando entrò in vigore nel paese lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale. Si calcola che tra il 1980 e il 2000 la cosiddetta "guerra contro il terrorismo" abbia provocato oltre 69.000 morti e 21.000 desaparecidos. "È un fatto preoccupante, in un contesto più ampio di passi indietro in materia di diritti umani e dello Stato di diritto", ha commentato l'alto commissario delle Nazioni Unite Volker Türk. Già in giugno la Corte Interamericana per i Diritti Umani aveva inutilmente chiesto di "sospendere immediatamente" la discussione del progetto di legge "per garantire il diritto di accesso alla giustizia delle vittime nei casi Barrios Altos e La Cantuta" (in entrambi è coinvolto Alberto Fujimori). segue |
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Venezuela, dopo la rielezione di Maduro l'opposizione tenta il golpe (4/8/2024) Al termine della giornata elettorale del 28 luglio, trascorsa in relativa calma, il Consejo Nacional Electoral (cinque membri: tre rappresentanti della maggioranza e due dell'opposizione) ha annunciato i risultati parziali delle presidenziali proclamando la rielezione di Nicolás Maduro con il 51% dei voti. È stato come un segnale per scatenare le violente proteste dell'estrema destra, che da settimane vantava sondaggi ampiamente favorevoli (realizzati, secondo WikiLeaks, da un'agenzia legata alla Cia), al candidato della Plataforma Unitaria Democrática, l'ex diplomatico Edmundo González Urrutia. Quest'ultimo era sceso in campo poiché María Corina Machado, vincitrice delle primarie della coalizione, è inabilitata per quindici anni a ricoprire cariche pubbliche, per aver sollecitato "l'intervento militare straniero" al fine di "cacciare Maduro dal potere" e aver sostenuto le pretese dell'autoproclamato presidente Juan Guaidó (proprio tale inabilitazione è servita a Washington come principale pretesto per il totale ripristino delle sanzioni contro la Repubblica Bolivariana). Dopo quella di Machado, anche la candidatura di Corina Yoris, chiamata a sostituirla, non era stata registrata dalle autorità elettorali. segue |
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La Bolivia diventa membro a pieno titolo del Mercosur
(9/7/2024)
Al 64° vertice del Mercado Común del Sur, che si è tenuto l'8
luglio nella capitale paraguayana, il presidente boliviano Luis
Arce ha formalizzato l'ingresso del suo paese come membro a pieno
titolo del blocco regionale.
Un'adesione che, come ha scritto Arce nel suo account X, "riveste carattere
strategico". Nel corso di una conferenza stampa la ministra degli
Esteri, Celinda Sosa, ha affermato: "È un momento storico per la
Bolivia, per i settori produttivi e per i boliviani che vivono e
sono parte del Mercosur".
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Bolivia, neutralizzato il tentativo di golpe
(28/6/2024)
È durato meno di mezza giornata il tentativo di golpe
del 26 giugno, portato avanti da
alcune unità dell'esercito guidate dal generale Juan José Zúñiga.
Blindati militari occupavano Plaza Murillo, a La Paz, e uno abbatteva la porta
del Palacio Quemado, la sede del governo dove il presidente Arce
era riunito con i suoi ministri, permettendo ad alcuni insorti di
fare irruzione all'interno. Zúñiga, parlando con i giornalisti
presenti, spiegava l'intenzione di liberare tutti i
"prigionieri politici", compresi i golpisti Jeanine Añez e
Luis Fernando Camacho. Nel frattempo, all'esterno, le persone che
si erano radunate in difesa della democrazia venivano accolte dal
lancio di gas lacrimogeni e anche da colpi d'arma da fuoco.
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Chiquita Brands condannata per i massacri in Colombia
(12/6/2024)
La compagnia bananiera statunitense Chiquita Brands è stata condannata da un
tribunale dello Stato della Florida per i suoi finanziamenti agli
squadroni della morte nella regione
dell'Urabá (dipartimento di Antioquia), quando era governatore l'ex
presidente Alvaro Uribe. L'impresa dovrà indennizzare, con oltre 38
milioni di dollari, i familiari di otto vittime. Si tratta
comunque di una percentuale minima di quanti subirono l'ondata di
terrore scatenata
contro leader sindacali e contro le stesse comunità contadine,
accusate di appoggiare i movimenti guerriglieri.
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Argentina, Javier Milei all'attacco dello Stato
(15/6/2024)
La repressione di ogni forma di protesta è diventata
il segno distintivo dell'Argentina di Javier Milei. Lo si è visto
in tante occasioni, l'ultima in ordine di tempo il 12 giugno, nella
mobilitazione contro la Ley Bases,
approvata al Senato grazie ad accordi sottobanco per raggiungere i
voti necessari. Una legge che liberalizza totalmente l'attività
economica, privatizza innumerevoli imprese pubbliche e concede
facoltà praticamente illimitate all'esecutivo. La manifestazione
nei pressi del Congresso, dove la Ley
Bases era in discussione, era
pacifica, ma come al solito è bastato un pugno di provocatori, la
cui presenza è ampiamente documentata, per giustificare una vera e
propria caccia all'uomo. Una brutale aggressione che ha provocato
il ferimento di diversi dimostranti, tra cui quattro parlamentari
dell'opposizione, mentre gli arrestati si sono visti appioppare le
assurde accuse di terrorismo e di tentato golpe.
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Argentina, si è spento il sorriso di Lita Boitano
(7/6/2024)
Sarà ricordata per il suo sorriso, che non la abbandonò
mai. Il 6 giugno, a una settimana di distanza da Nora Cortiñas, a
92 anni si è spenta un'altra madre di Plaza de Mayo: Angela
Lita Boitano. Di origine italiana, la sua vita era stata segnata dalla doppia
tragedia della scomparsa dei due figli, Adriana e Miguel. Entrambi
erano militanti della Juventud Universitaria Peronista.
Miguel venne sequestrato nel maggio del 1976, Adriana meno di un
anno dopo, nell'aprile del 1977.
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L'Argentina piange Norita, storica madre di Plaza de Mayo
(31/5/2024)
"Nora Cortiñas non è una sola: è la madre che grida di
fronte alle telecamere, quella che porta il fazzoletto bianco in
testa, quella che porta il fazzoletto verde al polso [simbolo della
battaglia per l'aborto], quella che
gioca alla pelota, quella che sale su una moto, quella che cammina
con il suo bastone con i fiori o quella che si lascia portare in
sedia a rotelle. È la donna che è andata fino ai suoi ultimi giorni
in Plaza de Mayo - il luogo in cui era arrivata nel maggio del 1977
con la speranza di recuperare suo figlio sequestrato dalla
dittatura" (Luciana Bertoia, Página/12). Come soleva
ripetere: "Questa assenza, questo dolore che sento tutti i giorni è
il motore del mio impegno. Per questo accompagno ovunque le lotte
contro tutte le oppressioni, perché semplicemente voglio cambiare
questo mondo ingiusto".
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L'America Latina tra siccità e inondazioni
(27/5/2024)
L'85,5% del territorio messicano è colpito dalla siccità, con
temperature che in alcune zone hanno raggiunto i 47 gradi: il
Ministero della Salute ha registrato 48 decessi, dovuti in genere a
colpi di calore e disidratazione. E in Messico, come nei paesi
centroamericani, in Colombia e in Ecuador, la scarsità di
precipitazioni ha provocato l'abbassamento del livello dei bacini
idroelettrici, con conseguente deficit energetico. Numerosi i black
out in momenti in cui l'uso dei condizionatori è al massimo.
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Repubblica Dominicana, rieletto il presidente Abinader
(21/5/2024) Luis Abinader, del Partido Revolucionario Moderno, è stato
rieletto per altri quattro anni con oltre il 57% dei voti. Le elezioni si sono tenute domenica 19 maggio e si sono
svolte in un clima di tranquillità, anche se l'opposizione ha
denunciato alcune irregolarità. Al secondo posto si è piazzato l'ex capo di
Stato Leonel Fernández, che si presentava per la formazione
Fuerza del Pueblo, seguito da Abel Martínez, del Pld (Partido
de la Liberación Dominicana).
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Panama, il nuovo presidente vuole sbarrare il passaggio ai
migranti
(7/5/2024)
L'avvocato José Raúl Mulino, del partito di destra Realizando
Metas, è il nuovo presidente di Panama. È stato eletto
domenica 5 maggio, sconfiggendo gli altri sei candidati tra cui
Ricardo Lombana, del Movimiento Otro Camino (formazione
senza chiara connotazione politica), e Martín Torrijos, che aveva
governato il paese dal 2004 al 2009. Particolarmente negativo il
risultato dell'unica rappresentante della sinistra, l'economista
Maribel Gordón, giunta ultima.
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Referendum in Ecuador: sì alla mano dura, no alla politica neoliberista
(24/4/2024) All'annuncio dei risultati del referendum del 21 aprile il
presidente Noboa ha scritto sul suo account X: "Grazie
Ecuador per l'ampio appoggio a una politica di sicurezza e
lotta contro la corruzione". Un tono trionfalistico che volutamente
ignora i punti su cui la proposta del governo ha subito una solenne
bocciatura. È vero infatti che gli elettori hanno approvato la
politica di mano dura di fronte all'aumento della criminalità, come
il ruolo delle forze armate in appoggio alla polizia nelle
operazioni contro la delinquenza organizzata; la concessione
dell'estradizione di cittadini ecuadoriani su richiesta della
giustizia di altri paesi; l'aumento delle pene e l'eliminazione dei
benefici penitenziari per determinati reati. È la logica
conseguenza della situazione di insicurezza che si vive nel paese,
attualmente uno dei più violenti della regione. Tra i bersagli
soprattutto i sindaci: dopo l'uccisione, in marzo, della
giovanissima Brigitte García, nella settimana precedente il voto sono
stati assassinati José Sánchez, primo cittadino di Camilo Ponce
Enríquez (provincia di Azuay), e Jorge Maldonado, di Portovelo (El
Oro). E lo stesso giorno della consultazione è morto per mano dei
killer Damián Parrales, direttore del carcere El Rodeo di
Portoviejo.
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Condanna internazionale per l'assalto all'ambasciata messicana a Quito (17/4/2024) Un attacco all'inviolabilità delle sedi diplomatiche e al diritto d'asilo: questo il significato dell'assalto della polizia ecuadoriana, la sera del 5 aprile, all'ambasciata messicana a Quito per arrestare l'ex vicepresidente Jorge Glas. A quest'ultimo, rifugiato fin da dicembre dopo l'ennesimo episodio di persecuzione giudiziaria, Città del Messico aveva appena concesso asilo politico. Nonostante tutto ciò Glas è stato letteralmente sequestrato da agenti incappucciati che - come risulta dai video girati all'interno - hanno anche malmenato e costretto a terra Roberto Canseco, l'incaricato d'affari, colpevole di aver cercato di opporsi. Canseco era titolare della missione diplomatica dopo che l'ambasciatrice Raquel Serus era stata dichiarata persona non grata dal governo Noboa, in seguito ad alcune affermazioni di López Obrador, che aveva messo in relazione l'assassinio in agosto del candidato presidenziale Villavicencio con la vittoria elettorale di Noboa due mesi dopo. segue |
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Emergenza umanitaria ad Haiti
(14/3/2024)
Duecento bande criminali che si disputano il potere in un paese
immerso nel caos e dove lo Stato non è in grado di offrire
alcuna protezione alla popolazione. È la situazione di Haiti, in
preda a una vera e propria emergenza umanitaria: secondo il
responsabile del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu nella
nazione caraibica,
Jean-Martin Bauer, siamo di fronte a "una delle crisi alimentari
più gravi al mondo", con quasi un milione e mezzo di persone
"sull'orlo della denutrizione". Oltre 360.000 haitiani, la metà
dei quali bambini, hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni
per sfuggire alla violenza, inaspritasi agli inizi di marzo
quando, in un attacco sanguinoso delle pandillas al penitenziario di Port-au-Prince, 3.600 prigionieri
sono riusciti a fuggire. Oltre alle carceri sono state attaccate
caserme, banche, magazzini comunitari e persino il Palazzo Nazionale.
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Celac, la destra regionale diserta il vertice
(2/3/2024) I temi sul tappeto erano della massima importanza: sicurezza
alimentare, strategia sanitaria, cambiamento climatico,
mantenimento della pace nel subcontinente. Ma molti paesi non erano
rappresentati al massimo livello: dei 33 capi di Stato e di
governo chiamati a partecipare a Kingstown, capitale di Saint
Vincent and the Grenadines, all'ottavo vertice della Comunidad
de Estados Latinoamericanos y Caribeños, erano
presenti solo in quindici. Mancavano in
particolare l'argentino Milei, il salvadoregno Bukele,
l'ecuadoriano Noboa e l'uruguayano Lacalle Pou.
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El Salvador, Bukele rieletto tra denunce di irregolarità (23/2/2024) Sono stati resi noti dal Tribunal Supremo Electoral i risultati definitivi delle presidenziali del 4 febbraio: Nayib Bukele è stato rieletto con l'82,6% dei voti. Un risultato poco credibile, anche tenendo conto della grande popolarità conquistata dal capo dello Stato con la sua spregiudicata lotta alle maras. In realtà vengono taciute le tante denunce di brogli e di irregolarità: disconnessione del sistema durante la trasmissione dei conteggi, mancanza di dati ufficiali, sostituzione degli scrutatori designati... Senza contare che i salvadoregni si sono recati alle urne nel quadro di un estado de excepción in vigore dal marzo del 2022 (e che dopo il voto è stato prorogato per altri 30 giorni). segue Su El Salvador v. anche: Avances y retrocesos del proyecto Bukele en elecciones 2024 |
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Guatemala, la promessa di una nuova primavera
(20/1/2024) L'investitura di Bernardo Arévalo de León alla massima carica
dello Stato e della sua vice Karin Herrera Aguilar era previsto per le 16 di domenica 14 gennaio, ma ha
potuto avvenire solo nelle prime ore di lunedì 15, a causa del
ritardo nell'insediamento dei nuovi deputati. Un ritardo dovuto ai
tentativi dei parlamentari legati alla vecchia legislatura di
mantenere il controllo del Congresso o almeno della sua Junta
Directiva, ostacolando l'ingresso degli eletti del
Movimiento Semilla. Tentativi andati a vuoto, dal momento che alla
fine a
presiedere il Parlamento è stato proclamato un esponente di
Semilla, Samuel Pérez. E anche la seconda votazione dei
vertici del Congresso, imposta dalla Corte de
Constitucionalidad in seguito ai ricorsi dell'opposizione, si
è conclusa giorni dopo con la sconfitta della destra: la nuova
Junta Directiva è composta da legislatori vicini ad Arévalo ed
è presieduta da Nery Ramos, del Partido Azul.
segue |
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