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Brasile, il Senato straccia la legislazione del lavoro

"La testa di lor signori è schiavista: votano contro il popolo". Con queste parole la segretaria da poco eletta del Pt (Partito dei Lavoratori) ha accompagnato il suo voto contro la barbarie della cosiddetta riforma del lavoro, portata avanti senza nessun confronto con la parti sociali dal governo illegittimo presieduto da Temer. La lotta nel paese è stata dura e costante e continuerà fino al ripristino delle regole e delle procedure previste dalla Costituzione. L’esecutivo è investito da una ininterrotta serie di denunce gravi e documentate che comporta un continuo turn over di ministri e sottosegretari e che raggiunge direttamente colui che occupa lo presidenza; un numero impressionante di parlamentari è indagato per reati gravi e gravissimi. In questo contesto il gruppo che colonizza le alte cariche mostra la sua faccia più feroce e indecente con provvedimenti che portano indietro le lancette della storia. Simbolico e di grande dignità è stato il gesto, coraggioso e schietto, di quattro senatrici che per dodici ore hanno occupato il tavolo della presidenza del Senato: rimarrà un'immagine ben impressa nella mente dei milioni che lottano. La risposta di chi era seduto a tale tavolo, il presidente del Senato, è stata di staccare i microfoni, spegnere le luci, chiudere le porte… Si traducono alcuni articoli di commento alla vigilia e dopo la votazione e l’importante presa di posizione della Oil (Organizzazione Internazionale del Lavoro) (T.I.)

L’11 luglio 2017 entra nella storia del Brasile come il giorno in cui il Senato Federale ha stracciato la legislazione del lavoro. Abbandonando la sua funzione di legiferare, 50 senatori hanno votato a favore della cosiddetta riforma di Temer, 26 hanno votato contro, uno si è astenuto.

Indebolito e senza legittimità il governo ha usato tutte le armi. Con un indice di repulsa record e impantanato in denunce di corruzione e altro, Temer vuole utilizzare il risultato della votazione per dimostrare al mercato finanziario e al Psdb (Partito della Social Democrazia Brasiliana), suo principale fideiussore, che ha ancora condizioni di governabilità.

Per evitare che il testo tornasse alla Camera, Temer ha detto alla sua base di governo che altererà le parti controverse del progetto attraverso il veto o decreti legge. I parlamentari dell’opposizione hanno affermato che Temer ha tolto al Senato il suo compito di camera di revisione, passandolo solo a omologatore.

Il progetto approvato ferisce a morte diritti consacrati dei lavoratori. La colonna vertebrale del progetto è la prevalenza del negoziato sul legislato, imponendo lo spezzettamento delle ferie, la flessibilizzazione della giornata di lavoro, la fine del Fgts (Fondo di garanzia per tempo di servizio), dell’assicurazione di disoccupazione, dei benefici previdenziali, del congedo di maternità.

Fonte: Portal Vermelho, Dayane Santos, 11/7/2017

Per l'Oil la "riforma" non è conforme alle convenzioni firmate dal Brasile

Alla vigilia della votazione finale delle Riforma del lavoro nell’assemblea del Senato, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil/Bit) ha risposto alla consultazione presentata il 16 giugno da sei centrali sindacali brasiliane, fra le quali la Cut e la Ctb, sulle violazioni di accordi internazionali che il Brasile ha firmato e ha obbligo di rispettare.

Secondo il documento della Oil le convenzioni numero 98 (negoziazione collettiva), 151 (negoziazione collettiva per dipendenti pubblici), 154 (promozione di negoziazione collettiva) e 155 (sicurezza e salute dei lavoratori) potrebbero non essere rispettate se la riforma del lavoro, già approvata alla Camera, venisse approvata anche al Senato.

Sempre secondo la Oil, nelle convenzioni 154 e 155 "le misure adottate da autorità pubbliche per stimolare e incentivare lo sviluppo di negoziazione collettiva devono essere oggetto di consultazioni previe e quando possibile di accordi fra le autorità pubbliche e le organizzazioni di datori di lavoro e lavoratori". Non è quanto previsto dalla materia che sarà votata martedì 11 luglio dai senatori, in quanto in nessun momento i lavoratori sono stati previamente consultati.

Nella risposta inviata alle centrali sindacali, firmata dalla direttrice del Dipartimento di Norme Internazionali del Lavoro, Corinne Vargha, "l’adozione di un progetto di legge che riforma la legislazione del lavoro dovrebbe essere preceduta da consultazioni dettagliate degli interlocutori sociali del paese". Anche questo non è avvenuto in quanto le cosiddette riforme stanno avanzando a passo di carica dopo il colpo di Stato giuridico, parlamentare e mediatico che ferisce il Brasile da un anno.

Il documento sottolinea anche che "gli Stati membri hanno l’obbligo di garantire, sia nella legge che nella pratica, l’applicazione effettiva delle convenzioni ratificate, motivo per cui non si può legalmente ribassare attraverso accordi collettivi o individuali la protezione stabilita dalle norme della Oil ratificati e in vigore in un determinato paese". Come ha sottolineato il segretario di relazioni internazionali della Cut, Antônio Lisboa, per la Oil le convenzioni sono la piattaforma sulla quale si costruisce più protezione per i lavoratori. "Dal momento che il Plc 38/2017 (Progetto di Legge della Camera) non rispetta le convenzioni della Oil, esso permette che si negozi collettivamente e individualmente l’applicazione di tali norme, ciò che lede l’obbligo internazionale del Brasile di applicare e garantire gli accordi ratificati", conclude il dirigente. Sempre secondo quanto affermato recentemente dal Comitato di Periti della Oil, "l’obiettivo generale delle convenzioni 98, 151 e 1541 è la promozione della negoziazione collettiva su condizioni di lavoro che siano più favorevoli di quelle già previste nella legislazione".

Il documento, firmato dai rappresentanti di Cut, Ctb, Ugt, Força Sindical, Nova Central e Csb, è stato presentato dalla delegazione dei lavoratori nella 106a Conferenza Internazionale del Lavoro tenutasi nella sede delle Nazioni Unite a Ginevra (Svizzera).

Fonte: Brasil 247, 11/7/2017 - Il documento integrale è consultabile sul sito della Oil

Ciro Gomes: la riforma del lavoro è barbarie contro il popolo

L’ex ministro del governo Lula Ciro Gomes* (Pdt, Partido Democratico Trabalhista) ha definito la cosiddetta riforma del lavoro una "barbarie" che porta il paese ai livelli del XIX secolo, "quando il lavoro era considerato una semplice merce come una chilo di sale o di banane". "La riforma del lavoro è un grande dispetto contro il popolo lavoratore perché crea una categoria che non esiste al mondo, il prevalere del negoziato sul legislato", ha detto sottolineando che il disoccupato o il minacciato di disoccupazione "sarà obbligato a negoziare in una situazione di estrema fragilità".

Ciro ha affermato che, di fatto, la legislazione del lavoro necessita di riforma, ma nel modo in cui viene condotta è "una barbarie". Ciro ha anche commentato le manovre messe in atto dal governo per cambiare i componenti della Commissione di Costituzione e Giustizia (Ccj) della Camera che sta analizzando la denuncia della Procura Generale della Repubblica contro Temer. "Temer ha già cambiato un terzo dei deputati della Ccj. Se questo è fatto così alla luce del giorno concedendo cariche, promesse e denaro, si può immaginare ciò che sta succedendo sotto il tappeto,** ha affermato Ciro ai giornalisti nell’aereoporto di Fortaleza.

*Ciro Gomes è un importante quadro democratico che rappresenta la generazione tra i 50 e i 60 anni

**La presidente del Supremo Tribunale Federale, ministra Cármen Lúcia, ha negato l’11 luglio la richiesta del deputato Delegado Waldir (Pr-Go) di sospendere i cambiamenti dei parlamentari della Ccj che devono giudicare l’ammissibilità della denuncia per corruzione passiva contro Temer. Il Stf ha avuto e continua ad avere un ruolo destabilizzante dei fondamenti costituzionali nelle sue prese di posizione o nelle sue omissioni che hanno di fatto lasciato via libera all'eversione.

Fonte: Portal Vermelho, 11/7/2017

L’opposizione va allo scontro e blocca la sessione

Le senatrici dell’opposizione Vanessa Grazziotin (PCdoB), Fátima Bezerra (Pt-Rn), Regina Sousa (Pt-Pi) e Gleisi Hoffman (Pt-Pr) hanno occupato il tavolo della presidenza del Senato per resistere alla votazione della riforma del lavoro, un arretramento secolare imposto dal governo illegittimo di Temer.

Il presidente del Senato, Eunício Oliveira (Pmdb-CeE) ha cercato di prendere il microfono della senatrice Fátima e di allontanare le altre senatrici dal tavolo, ma senza successo. Ha quindi sospeso la sessione e fatto staccare l’audio. Anche la trasmissione dal vivo è stata sospesa. Ne è seguito un certo disordine. "La sessione è chiusa e non c’è audio fino a quando non siederemo in questo tavolo. La sessione è sospesa", ha detto Eunício, che ha fatto chiudere tutte le entrate all'aula e circondato il luogo con guardie, proibendo qualsiasi nuova entrata nella sala.

Eunício ha lasciato il luogo alle 12,20 ora locale in direzione del gabinetto della Presidenza, affermando che le luci sarebbero state spente e i microfoni disattivati. Cinque minuti dopo scendeva il buio, il tabellone elettronico indicava la presenza di 49 degli 81 senatori.

Fonte: Portal Vermelho, 11/7/2017

Introduzione e traduzioni di Teresa Isenburg

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato