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I primi cento giorni del governo Lula

Teresa Isenburg

Riporto in modo riassuntivo alcune delle principali azioni nei primi mesi di governo e alla vigilia del viaggio l’11 aprile del presidente Lula in Cina, che aiuterà a capire meglio il percorso in costruzione. Traduco anche il testo di Leonardo Boff sul significato etico del crollo di un colosso della distribuzione. Senza dimenticare che il 7 aprile ricorreva il quinto anniversario dal sequestro di Lula, detenuto poi per 580 giorni in un commissariato di polizia in mezzo ad una piazza di Curitiba.

1) E così il 10 aprile 2023 si concludono i primi cento giorni del governo Lula. Il PT/Partito dei Lavoratori, che è il partito di Lula, ha selezionato 10 misure che ritiene di importanza prioritaria, la maggior parte in ambito sociale. Riprendo le informazioni da un articolo del blog Brasil 247 del 7 aprile 2023. Borsa famiglia: a parte i 700.000 morti per la pandemia, nulla è stato più irresponsabile e criminale nella distruzione del paese che il ritorno della fame. Per questo il governo ha ricreato la Borsa famiglia con un minimo di 600 reais, completati da 150 reais per bambino sotto i 7 anni e 50 reais per gestanti e persone fra 7 e 18 anni. Agricoltura familiare: non si combatte la fame senza appoggiare i piccoli agricoltori che portano alla tavola del brasiliano il 70% del cibo. Ritorna quindi il PAA/Programma di acquisto di alimenti, che garantisce un prezzo giusto a chi coltiva. Merenda scolastica: per sei anni non ha avuto un adeguamento. Così molti bambini sono rimasti senza cibo o si sono alimentati nelle scuole con succo in polvere e merendine ultratrattate. Il valore dell’aumento nel trasferimento di finanziamento dal governo federale a Stati e municipi per questa voce va dal 28 al 39%. Soccorso agli indigeni: urge anche ricostruire i diritti umani in Brasile. Con la fine di una politica assassina di persecuzione alle minoranza sociali, l’azione non rimandabile è stata di soccorrere gli indigeni, soprattutto gli Yanomami, consegnati in modo codardo alla cupidigia di devastatori di foreste e di minatori illegali. Mais médicos: per portare assistenza sanitaria ad aree isolate e periferie il programma Più medici assicura incentivi per i professionisti che si trasferiscono per un certo numero di anni dove è necessario. Vaccinazioni: nel clima negazionista che ha devastato il paese negli ultimi quattro anni vi è stato un crollo della copertura vaccinale soprattutto infantile. Una campagna vaccinale intensa è in corso. Mia casa mia vita: il programma, abbandonato e disattivato nella fascia di basso reddito, ha già consegnato 5000 case la cui costruzione era sospesa e prevede due milioni di abitazioni fino al 2026 per lenire il tragico debito abitativo che ferisce il paese. Sicurezza e protezione delle donne: il clima di esaltazione del maschilismo più grezzo degli ultimi anni ha offerto un contesto favorevole alla violenza impunita sulle donne. Nuove Case della Donna Brasiliana e commissariati specifici sono incrementati. Eguaglianza razziale: il tragico virus del razzismo che avvelena da secoli il Brasile è oggetto di un impegno diffuso, che fa si che dell’argomento si parli molto (e questo è indispensabile) oltre che di misure amministrative, come la creazione di un Ministero ad hoc e di una politica di quote robusta. Il ritorno della cultura: la macchina di istigazione all’odio e al preconcetto che ha cercato di dominare il Brasile viene combattuta con un rafforzamento delle politiche pubbliche nel settore culturale, oltre che con misure di regolamentazione dell’uso delle reti sociali.

Aggiungerei a questa selezione la scelta coraggiosa di rivedere la legge del 2020 in materia idrosanitaria, che indeboliva molto il servizio pubblico, stabilendo che i contratti per la fornitura di servizi passavano attraverso gare sia per settore pubblico che privato. Questa ed altre misure molto svantaggiose per la gestione pubblica sono state modificate per decreto. Lula si mette su un terreno di scontro con i grandi soggetti privati che operano nel settore idrico (acqua potabile domestica e fogne); la materia è complessa perché non è ovvio che una legge parlamentare possa essere modificata per decreto. In ogni caso si apre un confronto importante nel periodo in cui molte amministrazioni abbandonano la strada della privatizzazione.

Tutto bene, dunque? Ovviamente no. In campo economico la tensione è forte soprattutto per la politica dei tassi di interesse molto elevati (13,75 %, i più alti del pianeta fra quelli legali) praticati dalla Banca Centrale, che nelle scelte antisociali e antieconomiche si appella alla propria indipendenza (dal governo più che dal capitale finanziario). E ovviamente la destra si organizza per recuperare il potere che ha in parte perso, soprattutto nelle sedi istituzionali del legislativo e attraverso i mass media di mercato. Già alcune televisioni iniziano a mettere in discussione gli indirizzi del governo, la Cnn in modo esplicito, la potente Globo in modo più discreto. Le scelte politiche non devono disturbare il mercato, si ricomincia a ripetere. Questi primi cento giorni hanno dovuto fare i conti con una serie di accadimenti irrimandabili che assorbono molte energie: il colpo di Stato dell’8 gennaio 2023, la crisi umanitaria del popolo Yanomami, l’appropriazione indebita di gioielli di valore regalati all’ex presidente dalla monarchia saudita e non versati all’archivio federale, l’imbarazzante situazione dell’ex presidente espatriato negli Usa. Soprattutto il Ministero della Giustizia è quasi interamente impegnato per dipanare questi nodi e identificare con rapidità i responsabili, il che sottrae tempo per riforme necessarie a cominciare dall’inferno carcerario. E non va dimenticato che il governo uscente non ha passato le consegne al governo entrante: non solo ha svuotato le casse, ma ha disorganizzato al massimo la conduzione materiale dei Ministeri (attrezzature elettroniche, prodotti di consumo, manutenzione degli edifici, riposizione delle scorte) e non ha approntato in modo corretto e comprensibile il passaggio dei fascicoli e delle pratiche. Ma nel complesso viene portato avanti molto lavoro per rimettere in piedi il corpo ferito dello Stato.

2) All’inizio di gennaio viene alla luce la situazione catastrofica di un grande gruppo di distribuzion, Lojas Americanas, con conseguenze gravi in borsa e per i lavoratori. Traduco un test di Leonardo Boff, che con il suo afflato profetico impone di pensare.

Considerazioni sull’etica imprenditoriale in un capitalismo selvaggio

Leonardo Boff, ATerra è redonda, 16/2/2023

Il buco milionario, accumulato durante anni dal gigante della distribuzione Lojas Americanas di 20 miliardi di reais, accresciuto da debiti di 43 milioni di reais, ha molte sfaccettature. La più esplicita è qualificare la corruzione che si nasconde dietro a questi numeri con l’eufemismo di “inconsistenze contabili”. Il mercato, sempre sensibile a qualunque piccolo movimento che possa favorire i deprivati da parte dello Stato con indirizzo sociale, subito reagisce in modo critico. Di fronte a questi miliardi non ha mostrato alcun movimento. Chiaro, si tratta della complicità delle stesse mafie finanziarie, specialmente quelle speculative che guadagnano senza produrre nulla.

I nomi dei principali “soci di riferimento” (i reali padroni) sono i noti miliardari Jorge Paulo Lemann, Marcel Telles e Carlos Alberto Sucupira che, con altri beni che posseggono come Burger King, Kraft Henz e in particolare il controllo del mercato della birra con InBev, raggiungono 185 miliardi di reais. Nella nota pubblicata dal terzetto l’11 gennaio 2023 si esimono da qualsiasi conoscenza, trattando i lettori che sanno come funziona il capitalismo brasiliano come otarie.

Non è mio compito approfondire tale questione, che spetta a specialisti. Mi limito a quello che mi compete come professore di etica e teologia per molti anni. Ciò che qui è accaduto conferma quello che il compianto antropologo Darcy Ribeiro (di cui cadono i cento anni dalla nascita) spesso affermava: il capitalismo brasiliano non è mai stato civilizzato, è uno dei più selvaggi del mondo e profondamente egoista e individualista. Questo ci rimanda a quello che un amico del Brasile (la sua sposa è brasiliana), uno dei maggiori pensatori della situazione attuale, il filosofo e linguista Noam Chomsky disse con tristezza: “Mai nella mia vita ho visto una parte della élite brasiliana avere tanto disprezzo e odio verso i neri e i poveri della periferia”. Questo lo conferma nella sua vasta opera il sociologo Jessé Souza, specialmente nel classico La élite dell’arretratezza: questa élite ha marginalizzato in modo vergognoso gran parte della popolazione povera e nera, le ha negato diritti, ha disconosciuto che sono umani come loro e figli e figlie di Dio. Quando si sono ribellati, sono stati subito repressi e anche assassinati.

In un altro passaggio Noam Chomsky sottolinea ciò che ci fanno capire i nostri corrotti (specialmente il terzetto sempre sorridente): “L’idea di base che attraversa la storia moderna e il liberalismo moderno è che il pubblico deve essere marginalizzato. Il pubblico, in generale, è visto come null’altro che esclusi ignoranti che interferiscono come bestiame disorientato”. Ciò che interessa al capitalismo è di avere consumatori, non cittadini. Non ama le persone, ma solo la forza lavoro e l’eventuale capacità di consumare.

Già Aristotele, uno dei padri dell’etica occidentale, diceva che il primo segnale di mancanza di etica è l’“assenza di vergogna”. Etimologicamente vergogna viene dal latino vereor che significa rispetto, timore reverenziale. Quando manca questo valore di rispetto e riverenza verso i simili è aperta la porta per qualsiasi tipo di ‘senza vergogna’.

I corrotti dei 20 miliardi delle Lojas Americanas non mostrano la minima vergogna: si presentano come benefattori della società, appoggiano alcune persone (le più dotate) per studiare nelle migliori università del mondo (Harvard), per essere educate nello spirito del capitalismo e portare avanti i loro progetti. Non si tratta, come è il caso di molte università nordamericane che sono appoggiate da grandi corporazioni che ne garantiscono il mantenimento e la ricerca. I nostri opulenti praticano solo aiuti puntuali a persone distinte e non aiuti ai grandi progetti educativi che favoriscono l’intera nazione nell’avanzare in conoscenza e autonomia.

Ciò che è più doloroso è l’assoluta mancanza di sensibilità della élite dell’arretratezza (che, nelle parole del nostro maggiore storico mulatto Capistrano de Abreu, “castrò e di nuovo castrò, dissanguò e di nuovo dissanguò” la popolazione che uscì dal regime coloniale, ma mantenne la schiavitù).

Questa assenza colpevole di sensibilità venne denunciata da uno dei più benemeriti brasiliani dei progetti contro la fame, per la vita e per la democrazia, il sempre ricordato Betinho: “Il nostro maggiore problema non è economico, non è politico, non è ideologico, non è religioso. Il nostro problema è la mancanza di sensibilità per il nostro simile che sta al nostro fianco”. Non sentiamo il suo grido di dolore, non vediamo la mano stesa aspettando un po’ di cibo, tanto meno vediamo i suoi occhi supplicanti. Passiamo lontano dal caduto al lato della strada, come biblicamente fecero il levita e il sacerdote delle parabola del buon samaritano. È stato necessario che un disprezzato eretico samaritano interrompesse il suo viaggio, si prendesse cura delle sue ferite e lo portasse ad un ricovero, lasciando tutto pagato e se altro fosse stato necessario avrebbe pagato al ritorno. Chi è qui il prossimo, chiedeva il Maestro: è colui al quale mi avvicino, senza considerare la sua condizione morale, la sua religione, il suo colore. È un fratello ferito che ha bisogno di un altro fratello per soccorrerlo.

In Brasile i cristiani sono solo cristiani culturali, che nulla hanno imparato del Gesù storico che era sempre al fianco della vita, del povero, del cieco, dello zoppo e del disprezzato. Per questo tanta diseguaglianza, una delle maggiori del mondo. Perché manca sensibilità, solidarietà, sentimento umano, il trattare umanamente un altro umano, suo fratello, sua sorella. Il terzetto milionario e i 318 milionari (secondo la rivista Forbes) non sentono il clamore che viene dalle grandi periferie, dagli indigeni decimati da agrari come a Dourados-MT , dalle migliaia di Yanomami violentati dal garimpo illegale e ai quali ufficialmente da parte del governo genocida sono state negate acqua, vaccini, assistenza medica e alimentazione di base.

Nel caso del Brasile, ma questo vale per gran parte dell’umanità, è mancata etica ed è mancata morale. È mancata etica se per etica intendiamo la promozione di una vita buona e decente per tutti. È mancata morale se intendiamo per morale l’osservanza delle norme e delle leggi che la società ha stabilito per se stessa per garantire una vita buona e decente.

È mancata etica e morale in coloro che hanno causato il buco milionario delle Lojas Americanas. Non sapevano dei 33 milioni di affamati nel nostro paese e degli oltre 100 milioni con alimentazione insufficiente. Se avessero avuto un minimo di sensibilità etica e morale con le loro fortune avrebbero aiutato a diminuire questa tragedia umana. E così si continua con la nostra selvaggia cultura capitalista che attraverso il mercato tenta di controllare l’economia del paese, specialmente se essa è indirizzata verso coloro che più hanno bisogno. Ricordo la classica frase del filosofo Eraclito (500 a.C.) che ben diceva: “L’ethos è l’angelo buono dell’essere umano”. Fra di noi l’ethos si mostrò demoniaco.

10 aprile 2023

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato