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Il Brasile nel mondo

Teresa Isenburg

1) Relazioni internazionali 2) Situazione interna 3) Il sapere ancestrale

1) Fra le priorità del governo che si è insediato a Brasilia il 1° gennaio 2023 campeggia la ferma decisione di ricollocare con protagonismo la Federazione sulla scena mondiale e negli organismi internazionali dopo sei anni (due del governo Temer e quattro di quello di Bolsonaro) di una presenza ombratile, sia per scelta di tali governanti sia per prudenza da parte di governi e organizzazioni nel mantenere una distanza di sicurezza da esecutivi antisociali e poco rispettosi della stessa Costituzione del proprio paese.

Il presidente Lula in prima persona tiene saldamente in mano gli incontri internazionali. Dopo l’importante viaggio in Cina e negli Emirati Arabi Uniti, in aprile 2023, il 30 maggio Lula ha invitato tutti i presidenti dell’America del Sud per un incontro relativamente informale di ripresa di contatti e di progetti condivisi in una logica di rafforzamento regionale. In particolare importante è stata la presenza di Nicolás Maduro, oggetto naturalmente di molte critiche sia interne sia degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Ma dopo finalmente l'uscita di scena dell’autoproclamato “presidente” Juan Guaidó, Maduro partecipa di nuovo alle relazioni internazionali anche se il paese continua ad essere sottoposto a sanzioni unilaterali.

Sempre nell’ambito dei contatti regionali vale la pena di soffermarsi sulle visite di esponenti europei. Il 9 giugno la ministra degli Esteri tedesca Annelena Baerbock, nota guerrafondaia, per incalzare il Brasile a schierarsi a favore dell’Ucraina, non ha trovato nulla di meglio che insultare le donne brasiliane, suscitando ovviamente scherno e fastidio. L’ufficiale di Marina della riserva Robinson Farinazzo, editore del canale Arte della Guerra, ha così commentato: “L’Occidente ha investito US$124 miliardi e riunito una coalizione di 28 paesi contro la Russia, inviando ogni tipo di armamento, mercenari, satelliti e tuttavia non ha risolto il problema. E adesso cercano di spingere il problema verso il Brasile. Per favore!” Comunque, conclude, Baerbock è “uscita dal Brasile a mani vuote” in una visita tenuta a bassissimo livello diplomatico.

Pochi giorni dopo è giunta la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per discutere l’accordo Unione Europea-Mercosur che si trascina da lustri. Anche in questo caso il risultato è stato negativo. Infatti a marzo 2023 l’Unione Europea ha ritenuto di inviare al Mercosur un addenda che prevede l’applicazione di sanzioni unilaterali in caso di inadempienza per degli impegni sottoscritti e la possibilità per i gruppi europei di partecipare alle licitazioni pubbliche nelle stesse condizioni dei gruppi nazionali. La von der Leyen ha completato il discorso affermando che il Brasile poteva essere una grande potenza ambientale conservando le foreste. Lula ha risposto in modo inequivocabile che il Brasile mantiene senza esitazione il progetto di reindustrializzazione, che “l’Unione Europea ha approvato sue leggi con effetto extraterritoriale e che modificano l’equilibrio dell’accordo” e ha aggiunto che “la premessa che deve esistere fra partner strategici è la mutua fiducia e non sfiducia e sanzioni”. Intanto Itamaraty sta preparando un documento di rifiuto delle esigenze dell’Unione Europea per chiudere l’accordo. Negli stessi giorni l’Assemblea Nazionale francese approvava una risoluzione contro la ratificazione dell’accordo. Il successivo viaggio di von der Leyen nei paesi dell’America del Sud ha trovato lo stesso rifiuto da parte dei governi. Infine la presidente dell’Unione Europea ha dichiarato l’intenzione di donare al Fondo Amazzonia 100 milioni di reais, corrispondenti a circa 19 milioni di euro: un carro armato Leopard 2, che l’Ucraina riceve in dono in grandi quantità, costa fra i 13 e i 15 milioni di euro…

Mi sono permessa di dilungarmi con qualche dettaglio su questa vicenda per due motivi: il primo è che sembra che l’Europa non si renda conto che il panorama delle relazioni internazionali di potere e di influenza sta cambiando, e anche rapidamente. La centralità dell’Europa non esiste più e non serve essere prepotenti e spocchiosi. Di ciò è riprova il fatto che una ventina di paesi hanno espresso il desiderio di far parte del Brics, mentre il nuovo Banco di Sviluppo dello stesso dispone ormai di risorse non trascurabili che possono operare scambi in valute diverse dal dollaro. Il secondo è che, come si sa, l’Italia non ha una politica estera e tanto meno una strategia internazionale, cosa molto pericolosa in un momento di transizione come quello attuale. Perché comunque il mondo si muove e cambia.

Per concludere sul Brasile e il mondo in questo periodo aggiungo che Lula parteciperà al vertice per un Nuovo Patto Finanziario Globale a Parigi il 22-23 giugno e avrà un incontro bilaterale con Macron e che negli stessi giorni si recherà a Roma per una visita al papa e forse a Mattarella. Inoltre Itamaraty e Lula si sottraggono con fermezza all'insistente pressione pubblica di Zelensky e della diplomazia ucraina per trascinare il Brasile nella guerra. E si impegnano per proporre e promuovere iniziative e azioni che portino a trattative diplomatiche coinvolgendo altri paesi come Indonesia e Stati africani.

2) Come è al momento la situazione interna della Federazione? Buona e cattiva. Sul versante positivo si può dire che i dati macroeconomici sono nel complesso positivi, con una flessione dell’inflazione, mentre l’occupazione è stazionaria con un piccolo incremento, una crescita del pil del 2% e una previsione di un ottimo raccolto agricolo. Il Regime Fiscale Sostenibile, noto come Nuovo Struttura Fiscale (PLP 93/2023) è stato approvato dalla Camera e a breve verrà votato al Senato. Esso è un meccanismo di controllo dell’indebitamento che sostituisce il Tetto di Spesa attualmente in vigore con un regime fiscale incentrato sull’equilibrio fra entrate fiscali e spese. I dati sulla deforestazione hanno subito una forte contrazione. La politica sociale di sostegno dei redditi bassi o nulli fa sentire i suoi primi effetti, così come gli accordi per ristrutturare l’indebitamento delle famiglie. Anche le misure, rivolte al ceto medio, di agevolazione per l’acquisto di automobili e la riduzione del prezzo dei carburanti dinamizza diversi settori.

Fra gli aspetti negativi e per i quali è difficile vedere una via di uscita vi è il tasso di interesse al 13,75% (di fronte ad un'inflazione sotto il 4%) e la composizione della Camera molto spostata a destra. Così l’esecutivo vede continuamente intralciate le proprie proposte ed è costretto ad una trattativa defatigante con partiti e singoli parlamentari che non di rado impongono concessioni e compromessi.

Non saprei in quale gruppo catalogare quanto emerge dalle indagini giudiziarie al riguardo dell’eversione golpista messa in atto dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 2 ottobre 2022. La vastità e la capillare organizzazione del colpo di stato si delineano giorno dopo giorno con precisione e protagonisti identificati, tutti convergenti verso il presidente in carica all’epoca. È ovvio che i fatti sono pessimi, ma è buono che con rapidità potere giudiziario e polizia riescano a raccogliere prove, ad arrestare responsabili, ad avviare processi che, con tempi più o meno lunghi, giungeranno a sentenze. Pensando all’Italia che ha conosciuto cospirazioni gravi e manovre nebbiose di strategia della tensione, nessuna delle quali ha trovato un chiarimento nei tribunali, sembra positivo poter sperare di approdare ad una conclusione giudiziaria e non solo a valutazioni storicamente fondate. L’aureola di abusi, illegalità, appropriazioni non giustificate che irraggia dai principali protagonisti della passata stagione politica brasiliana e che viene alla luce è impressionante ed indica un vero e proprio metodo di uso per fini personali del potere acquisito, burlando senza ritegno tutte le regole.

3) Fra i temi in sospeso vi è la questione della demarcazione delle terre indigene. Questione antica, che accompagna senza soluzione di continuità tutta la storia del Brasile dallo sfortunato giorno in cui Pedro Álvares Cabral il 22 aprile 1500 avvistò il Monte Pascoal: che fare di coloro che abitavano i luoghi. Oggi si discute quale terra spetti loro dal momento che la Costituzione del 1988 tutela i loro diritti. Potenti sono le forze che cercano di contenere lo spazio ad essi assegnato, riconoscendo solo quanto effettivamente occupato al momento della promulgazione della Costituzione stessa. Altri invece ritengono che sono indigene quelle terre di cui i popoli ancestrali necessitano per vivere secondo il loro specifico genere di vita. Sono interpretazioni che approdano a soluzioni concrete quantitative differenti e lo scontro è molto forte. È e sarà una battaglia dura e difficile.

Mentre in Brasile si discute di questo nodo strategico dal punto di vista ideologico, teorico e pratico, nella vicina Colombia si verificava un accadimento fuori dalla nostra logica. Il 1° maggio un piccolo aereo precipitava nella foresta amazzonica nello Stato di Caquetà, nel sud-est del paese. Venivano ritrovati i corpi di tre persone, ma non quelli di quattro bambini di anni 13, 9, 4, 1 la cui madre era perita nell’incidente. Il 10 giugno, dopo 40 giorni, i bambini sono stati ritrovati nella selva vivi e senza danni gravi. 100 integranti delle forze speciali e 70 indigeni per tutto quel tempo avevano continuato la ricerca nell'Operazione Speranza, fortemente sostenuta dal presidente Gustavo Petro testardo nel ritenere che i bambini fossero vivi. Inspiegabile per la cultura occidentale una sopravvivenza in un contesto ostile sotto tutti i punti di vista. I bambini appartengono al gruppo uitoto e il sapere ancestrale trasmesso dalla nonna ha permesso loro di sopravvivere in buone condizioni. Un sapere a noi ignoto e che si rischia di distruggere per far posto a commodities.

San Paolo, 18/6/2023. Fonti: Brasil 247, Brasil de Fato, Conjur, sito dell’Itamaraty

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato