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"La Dottrina Monroe è viva"

Commemorando il duecentesimo anniversario della sua proclamazione da parte del presidente statunitense Monroe, un gruppo di parlamentari repubblicani ha presentato in Senato una risoluzione che riconosce i principi di libertà e indipendenza dell'emisfero consacrati nella Dottrina Monroe "come una pietra angolare durevole della politica estera degli Stati Uniti" e riafferma il diritto Usa "di opporsi a un potere straniero che estenda un'influenza maligna che potrebbe porre in pericolo o minare le democrazie dell'emisfero occidentale".

Il senatore repubblicano Jim Risch ha affermato che "nel 1823 James Monroe avvertì i poteri autocratici del tempo di non interferire negli affari delle repubbliche indipendenti dell'emisfero occidentale. Duecento anni più tardi la Dottrina Monroe è viva e sta bene ed è stata abbracciata da praticamente ogni presidente e ogni governo da quando è stata avviata". In realtà nel 2013 il segretario di Stato della presidenza Obama, John Kerry, dichiarò davanti all'Organización de los Estados Americanos: "L'era della Dottrina Monroe è finita". Ma proprio a partire da Obama il continente ha conosciuto una serie di golpe "blandi" più o meno sponsorizzati dagli Stati Uniti: Honduras (2009), Paraguay (2012), Brasile (2016), Bolivia (2019), Perù (2022).

E per chiarire chi è il "potere straniero" cui opporsi nel XXI secolo, la risoluzione cita due documenti. Il primo, The National Security Strategy dell'ottobre 2022, parla di "minaccia di interferenza esterna o coercizione nell'emisfero occidentale da parte della Repubblica Popolare Cinese, della Federazione Russa e della Repubblica Islamica dell'Iran". Il secondo, 2023 Posture Statement of the United States Southern Command, individua un'aggressiva influenza di Cina e Russia, definiti "attori maligni esterni", su America Latina e Caraibi, ed esprime preoccupazioni sull'intelligence iraniana. (29/11/2023)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato