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Paraguay, i colorados ancora al potere Il Partido Colorado, la formazione conservatrice che dai tempi di Stroessner governa quasi senza interruzione il paese (unica eccezione la presidenza di Fernando Lugo), ha confermato il 30 aprile la sua egemonia politica. Le presidenziali sono state vinte, con il 42,74% dei voti, dall'economista Santiago Peña. Un risultato peraltro prevedibile vista la frammentazione dell'opposizione, divisa tra il candidato della Concertación Nacional Efraín Alegre (27,49%) e quello di Cruzada Nacional Paraguayo Payo Cubas (22,92%). Quest'ultimo, che è già stato definito il Bolsonaro del Paraguay, si è piazzato a sorpresa al terzo posto con un violento discorso antisistema e slogan a favore della pena di morte. I colorados si sono assicurati inoltre la maggioranza dei seggi in entrambi i rami del Congresso, oltre a 15 governatori su 17 in gioco. Abbastanza alta l'affluenza al voto, che ha superato il 63%. All'interno della Concertación, alleanza formata da parte del Frente Guazú, dal Partido Liberal Radical Auténtico, dalla formazione di centrodestra Patria Querida e da altri gruppi minori, si è registrato in particolare il crollo del Frente, che in Parlamento ha potuto eleggere solo l'ex ministra della Sanità Pubblica Esperanza Martínez al Senato e Johanna Ortega alla Camera. Neppure Lugo (che si sta riprendendo da un ictus) è riuscito a mantenere il suo seggio di senatore. Il resto del Frente che aveva scommesso su Euclides Acevedo, ex ministro degli Esteri del governo Abdo Benítez, ha totalizzato un magro 1,36%. Il vero vincitore di questa tornata elettorale è il presidente dell'Asociación Nacional Republicana (nome ufficiale del Partido Colorado) Horacio Cartes, che ha vissuto una sorta di resurrezione politica dopo l'ostracismo dichiaratogli dagli Stati Uniti. Da Washington gli erano state imposte sanzioni economiche e proibito l'ingresso negli States perché accusato di "atti di corruzione prima, durante e dopo il suo mandato come presidente del Paraguay". Ma l'impatto di tali sanzioni è stato decisamente scarso, visto che Cartes è riuscito a far eleggere quello che viene considerato il suo delfino, Peña. E facendo buon viso a cattivo gioco l'amministrazione Biden, che pure aveva puntato su Alegre, si è subito congratulata con il neoeletto dicendosi pronta a lavorare con lui "per promuovere interessi comuni". All'indomani di queste elezioni generali, le prime con sistema elettronico, non sono mancate accuse di brogli da parte di tutti gli esponenti dell'opposizione, che hanno chiesto il riconteggio manuale dei voti. Payo Cubas ha chiamato all'insurrezione i suoi sostenitori. Nei disordini che ne sono seguiti sono state arrestate decine di persone, tra cui lo stesso Cubas. (7/5/2023)
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a cura di Nicoletta Manuzzato |