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Puerto Rico, la morte dell'indipendentista Rafael Cancel

Si è spento il 2 marzo, a 89 anni, Rafael Cancel Miranda, ultimo sopravvissuto del gruppo di indipendentisti che nel 1954 furono protagonisti di uno storico episodio. Il primo marzo di quell'anno Cancel Miranda, Lolita Lebrón, Irving Flores Rodríguez e Andrés Figueroa Cordero, membri del Partido Nacionalista de Puerto Rico, fecero irruzione sparando nella sede del Congresso Usa, per attirare l'attenzione mondiale sul regime coloniale in atto nel loro paese. La data era stata scelta come segno di protesta contro quanto deciso dal governo di Washington il primo marzo 1917, quando la cittadinanza statunitense era stata estesa agli abitanti dell'isola perché lo Zio Sam aveva bisogno di reclutare soldati da mandare al fronte della prima guerra mondiale.

Per quell'assalto Cancel fu condannato a 84 anni di carcere, Lebrón a 50 anni; Flores e Figueroa a 75 anni. Nel 1979 però la pressione internazionale convinse l'allora presidente Jimmy Carter ad accettare lo scambio di prigionieri proposto da Fidel Castro: gli indipendentisti portoricani contro altrettante spie statunitensi. Cancel, Lebrón e Flores vennero dunque liberati (Figueroa era stato rilasciato due anni prima perché malato in fase terminale) e tornarono in patria, dove furono ricevuti come eroi. Insieme a loro lasciò la prigione Oscar Collazo López, anch'egli appartenente al Partido Nacionalista, che era stato arrestato nel 1950 per aver attentato alla vita del presidente Truman.

Dopo la sua scarcerazione Rafael Miranda continuò a battersi per la libertà di Puerto Rico e degli altri paesi del Sud del mondo e si fece conoscere come poeta e come scrittore. Nel dicembre dello scorso anno era stato pubblicato l'ultimo dei suoi libri, Más allá del espejismo.

Come raccontava nel 2005 la giornalista messicana Blanche Petrich, Cancel viaggiava senza passaporto, unicamente con la patente e il suo certificato di nascita. Nonostante tutte le difficoltà che questo comportava nell'attraversare le frontiere, rifiutava di portare con sé un documento che lo indicava come cittadino statunitense. "Se quando sono stato processato per terrorismo in un tribunale di Washington nel 1954 - sosteneva - non ho riconosciuto la legalità dei miei giudici e dei miei carcerieri, tantomeno lo farò adesso". (3/3/2020)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato