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Brasile - Per una transizione energetica equa Alessandro Vigilante
Nei giorni 14 e 15 di luglio scorsi è stato
realizzato a Salvador de Bahia, in
Brasile, un seminario nazionale per
discutere l’emergente assunto della necessità di una transizione
energetica che possa affrontare e contribuire a dare risposte
concrete alla crisi climatica che affligge le comunità, in Brasile
come a livello globale.
La crisi climatica ed ecologica e i suoi gravi
impatti stanno alimentando il dibattito pubblico sulla necessità di
promuovere la decarbonizzazione della matrice energetica globale e
la messa in moto di un processo verso un'economia a basse emissioni
di carbonio. Per noi – movimenti sociali, organizzazioni di base, collettivi comunitari, imprese di economia solidale, donne nere, giovani delle periferie e rappresentanti dei popoli originari – il consolidamento di un nuovo paradigma energetico globale, e in Brasile, non sarà un processo banale e lineare, né sarà equo se non sarà ancorato alla partecipazione sociale e al dialogo. Perché la transizione energetica sia giusta deve coinvolgere la partecipazione delle persone. La sostenibilità è possibile solo con la giustizia sociale e le riparazioni storiche della dignità dei popoli soggiogati e dei saccheggi coloniali perpetuati.
Sappiamo che la sicurezza energetica è al centro
delle attuali trasformazioni geopolitiche. L'emergenza climatica e
i progressi tecnologici sono importanti motori della transizione
energetica, ma costruire una convergenza tra le politiche pubbliche
e gli interessi dei molteplici attori coinvolti è essenziale per
sviluppare le condizioni economiche e sociali che rendano questo
processo praticabile.
L'instabilità del sistema energetico globale, i
conflitti bellici in corso e le asimmetrie storiche sono fattori
che aumentano l'incertezza riguardo ai tempi e alla traiettoria
della necessaria transizione energetica, in particolare per quanto
riguarda tre punti: Un dibattito critico sui rischi e le potenzialità insite nella transizione energetica è essenziale per riflettere sulle caratteristiche uniche del caso brasiliano e trasformare questa agenda in un'opportunità di sviluppo industriale e sociale sostenibile e inclusivo. Questo è stato l'esercizio che abbiamo sviluppato nel seminario.
Il lungo percorso di decarbonizzazione della
matrice energetica brasiliana, che è circa tre volte più
rinnovabile della media globale, unito ai molteplici vantaggi
comparativi nazionali, può collocarci in prima linea in questo
processo. Tuttavia la decarbonizzazione rimane una sfida
insormontabile per il Brasile. Siamo il quinto maggiore emettitore
di gas serra al mondo, in gran parte a causa della deforestazione e
dell'uso del suolo, in particolare delle attività agropecuarie su
larga scala di grandi imprese latifondiarie. L'emergenza climatica è conseguenza di un modello insostenibile ed escludente di accumulazione e riproduzione del capitale. Il capitale ha sistematicamente fallito nel rispondere e risolvere questo problema negli ultimi decenni. Affrontare questo problema richiede, oltre a una limitata transizione della matrice energetica, una trasformazione dei parametri dello sviluppo sociale. La logica del capitale è quella della produzione con distruzione, non della conservazione e della riparazione. Pertanto l'agenda della transizione energetica deve essere orientata alla conservazione e alla riparazione e a un'opportunità di sviluppo democratico, ambientale, economico e sociale. Vogliamo un modello di società superiore al capitalismo neoliberista.
Esiste, infatti, una finestra di opportunità per
il Brasile. Coglierla non può limitarsi a una strategia di crescita
economica sottomessa agli interessi della finanza verde globale e
ancorata all'importazione di tecnologia, alla creazione di posti di
lavoro e alla ricerca condotta all'estero. La transizione
energetica in Brasile deve rispondere agli interessi e alla
sovranità nazionale.
Il ruolo guida del Brasile in questa agenda
implica anche la rinazionalizzazione di asset strategici, come la
Eletrobrás [maggiore impresa di
produzione e distribuzione di energia elettrica dell'America
Latina, pubblica dal 1962 e privatizzata nel
2022 dal governo Bolsonaro. NdT], e il recupero della cooperazione
latinoamericana.
Il concetto di una giusta transizione energetica
è oggetto di una disputa ed è stato stravolto dalle narrative del
greenwashing aziendale. Per noi, società civile e movimenti
sociali, il concetto di transizione energetica equa rappresenta la
necessità di affrontare il cambiamento climatico, unitamente alle
opportunità che il Brasile ha di sfruttare nuove filiere produttive
basate sulle energie rinnovabili e di riposizionare il paese
all'interno delle catene del valore globali. Il Brasile ha un potenziale straordinario nel campo delle energie rinnovabili, con una forza lavoro qualificata, risorse naturali vantaggiose, una struttura produttiva interconnessa e importanti strumenti statali. Se agirà strategicamente, con cambiamenti reali e concreti nella regolamentazione settoriale, la transizione energetica può rivelarsi una forza trainante per la ricostruzione nazionale e la riorganizzazione di un'industria energetica potente. In caso contrario si approfondiranno sia la traiettoria subalterna che il retrocesso verso un’economia meramente primaria. Pertanto le organizzazioni riunite nel "Seminario per una transizione energetica giusta in Brasile: possibili percorsi e partecipazione sociale", tenutosi a Salvador, Bahia, il 14 e 15 luglio, hanno presentato alla società brasiliana una proposta di principi guida per promuovere una transizione energetica giusta e solidale in Brasile. Principi per un'azione collettiva e unitaria: ● Sovranità nazionale e giustizia sociale ● Difesa dei diritti umani fondamentali e promozione del dialogo sociale ● Rispetto dell'ambiente e della biodiversità ● Promozione della democrazia e della sicurezza energetica ● Progresso verso una transizione energetica equa e popolare ● Ampliamento della conoscenza, della democratizzazione e del controllo popolare nei processi decisionali relativi alla politica energetica nazionale ● Lotta alla povertà energetica e garanzia di tariffe accessibili per i servizi essenziali ● Valorizzazione del lavoro e promozione di lavoro dignitoso ● Garanzia dei diritti e della sicurezza delle popolazioni colpite dalla crisi climatica ● Potenziamento della sovranità alimentare e della produzione di cibo sano da parte delle comunità rurali ● Pianificazione pubblica per promuovere un'industria nazionale a basse emissioni di carbonio ● Rafforzamento delle aziende statali ● Ripristino del controllo pubblico sulla Eletrobras ● Aumento della trasparenza dei dati e delle informazioni sul settore energetico nazionali ● Lotta alle disuguaglianze regionali ● Sviluppo dell'integrazione energetica solidale in America Latina
Entità firmatarie: CUT (Centrale Unica dei Lavoratori) CNU (Confederazione Nazionale dei Lavoratori Urbani) FETRAF-BA (Federazione dei Lavoratori dell’Agricoltura Familiare dello Stato di Bahia) FUP (Federazione dei Lavoratori del Petrolio) Ilumina (Istituto per lo Sviluppo Strategico del Settore Energetico) INEEP (Istituto per gli Studi Strategici su Petrolio, Gas Naturale e Biocarburanti) MAB (Movimento delle Comunità colpite dalle Dighe) MPA (Movimento dei Piccoli Agricoltori) POCAE (Piattaforma Operaia Contadina per l'Acqua e l'Energia) UNISOL Bahia (Unione delle Cooperative e Imprese Solidali) Il seminario è stato caratterizzato da un’ampia partecipazione di un centinaio di persone ed ha registrato un esteso e diversificato dibattito a più voci. Dopo un atto di apertura che ha dato spazio alla presentazione delle maggiori entità partecipanti, si è svolto il primo tavolo di discussione dal titolo “Elementi per una diagnosi dell'agenda della transizione energetica in Brasile”, nel quale due eminenti relatori provenienti dal settore accademico hanno mostrato le specificità e l’attuale congiuntura dei settori della produzione di energia elettrica e dei combustibili fossili in Brasile. In seguito si è svolto un altro dibattito che ha messo a fuoco “L’agenda globale per la transizione energetica equa e l’azione dello Stato brasiliano”, che ha avuto come relatori una rappresentante del Ministero dell’Economia del governo Lula, un dirigente della Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES) e il presidente del settore di produzione di biocarburanti della impresa PETROBRAS.
Successivamente è stato realizzato un tavolo che
ha affrontato le questioni specifiche de “La regione del Nordest e
dello Stato di Bahia nell'agenda della transizione energetica”, che
ha dato voce alle organizzazioni della società civile, ai
rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e ai movimenti
sociali della specifica regione nella cui capitale il seminario ha
avuto luogo. 27/7/2025
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a
cura di Nicoletta Manuzzato |