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La scomparsa di Vera Vigevani, madre di Plaza de Mayo

Di origine ebraica, era arrivata da Milano in Argentina nel 1939 fuggendo dalle leggi razziali del fascismo (suo nonno morirà ad Auschwitz). Nel paese che l'aveva accolta l'attendeva però un'altra tragedia: nel 1976 l'unica figlia, Franca Jarach, 18 anni, verrà sequestrata dalla dittatura e figura tra i desaparecidos, vittima di uno dei tanti voli della morte.

Vera Vigevani, madre di Plaza de Mayo Línea Fundadora, non si stancava di affermare: "Ciò che è accaduto una volta può tornare a succedere". È morta a Buenos Aires a 97 anni, dopo un'esistenza dedicata a tener vivo il ricordo di quanto accaduto, proprio per scongiurare il ripetersi dell'orrore. Scrittrice e giornalista (aveva lavorato per l'Ansa), faceva parte della Fundación Memoria Histórica y Social Argentina e dell'Espacio Memoria y Derechos Humanos-ex Esma ed era stata tra i fondatori del Parque de la Memoria, sorto per ricordare quanti, come sua figlia, non hanno neppure una tomba che accolga le loro spoglie. E "militante della memoria" si definiva lei stessa.

L'abbiamo consciuta in Italia, dove era tornata spesso accettando di partecipare a incontri sulla situazione dei diritti umani in Argentina. "Mai più il silenzio" ripeteva, invitando soprattutto i giovani "a non stare zitti, a denunciare. Questa non è una garanzia, ma una speranza". E negli ultimi giorni, quasi cieca e costretta su una sedia a rotelle, non smetteva di preoccuparsi per quanto accade nel mondo. "Sono al fianco della Palestina che sta soffrendo un genocidio": questo il suo ultimo pensiero. (3/10/2025)

 

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato