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Bolivia, Evo Morales non potrà ricandidarsi

"La restrizione alla possibilità di candidatura illimitata è una misura idonea ad assicurare che una persona non si perpetui al potere". Lo ha affermato il Tribunal Constitucional Plurinacional, annullando così la decisione del 2017 della stessa corte che aveva permesso a Evo Morales di ricandidarsi con la giustificazione che si trattava di un "diritto umano". Secondo questa nuova sentenza, presidente e vicepresidente possono presentarsi solo per due mandati, consecutivi o meno. Morales dunque non potrà partecipare alla contesa elettorale del 2025, come aveva preannunciato, avendo già completato tre gestioni presidenziali (la quarta era stata interrotta dal golpe del 2019).

Il verdetto del tribunale costituzionale si basa su una risoluzione della Corte Interamericana de Derechos Humanos che nel 2021, rispondendo a un quesito del governo colombiano durante la presidenza di Iván Duque, aveva concluso che la rielezione illimitata era contraria ai principi di una democrazia rappresentativa. La reazione di Morales è stata durissima: ha affermato che la sentenza "è la prova della complicità di alcuni magistrati con il Plan Negro che il governo esegue per ordine dell'impero e con la cospirazione della destra boliviana". I primi contrasti tra l'ex presidente e l'attuale capo dello Stato, Luis Arce, erano iniziati già alla fine del 2021, quando Evo aveva criticato alcuni ministri e ne aveva chiesto invano la rimozione. Da allora lo scontro non aveva fatto che acutizzarsi, nonostante un tentativo di mediazione cubana, con accuse di tradimento lanciate dall'ala evista nei confronti del presidente e del suo vice, David Choquehuanca.

In ottobre il Congresso del Movimiento al Socialismo si era tenuto a Lauca Ñ, nel dipartimento di Cochabamba alla presenza di migliaia di sostenitori di Evo e aveva nominato Morales candidato unico per il 2025. Sempre in ottobre Arce aveva invece partecipato a El Alto (dipartimento di La Paz), insieme alla Central Obrera Boliviana, a un cabildo organizzato dal Pacto de Unidad che riunisce le principali organizzazioni sociali del paese. La divisione è ormai insanabile e rischia di consegnare alla destra una facile vittoria nel 2025. (30/12/2023)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato