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Il Brasile torna nella Celac

Il VII vertice della Celac, la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños, che si è tenuto a Buenos Aires il 24 gennaio ha segnato il ritorno nel blocco del Brasile governato da Lula. Viene così annullata la decisione di Bolsonaro che nel gennaio 2020, per dimostrare il suo sostegno agli interessi statunitensi, aveva sospeso la partecipazione del suo paese alla Comunidad. All'incontro nella capitale argentina erano presenti dunque delegazioni di tutte le 33 nazioni della regione, con l'assenza però di alcuni capi di Stato: il messicano López Obrador, il guatemalteco Alejandro Giammattei, il panamense Laurentino Cortizo, il nicaraguense Daniel Ortega.

Mancavano anche la contestata presidente del Perù, Dina Boluarte, e il venezuelano Nicolás Maduro. Quest'ultimo aveva in un primo momento confermato la sua partecipazione, per poi annunciare la cancellazione del suo viaggio, poiché era venuto alla luce un piano della destra argentina, "il cui obiettivo è l'attuazione di una serie di aggressioni contro la nostra delegazione guidata dal presidente". In effetti la leader di Propuesta Republicana, Patricia Bullrich, era giunta a chiedere alla Dea, l'agenzia antinarcotici statunitense, di arrestare il capo di Stato venezuelano al suo arrivo all'aeroporto, accusandolo di legami con il narcotraffico. Da Caracas, comunque, Maduro ha assicurato il suo appoggio alla creazione di una moneta comune della regione per le transazioni commerciali, come proposto da Lula e Alberto Fernández.

L'incontro si è chiuso con la firma della Declaración de Buenos Aires, con cui i partecipanti si impegnano "ad avanzare con determinazione nel processo di integrazione, promuovendo l'unità e la diversità politica, economica, sociale e culturale dei nostri popoli". Il documento riafferma "la piena validità del Proclama dell'America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace", ribadisce "l'appello dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba", risalta l'importanza degli accordi raggiunti nell'ambito del dialogo tra il governo di Caracas e l'opposizione, sostiene "i legittimi diritti della Repubblica Argentina nella disputa per la sovranità delle Isole Malvinas" e riconferma "il carattere latinoamericano e caraibico di Puerto Rico". Ora la presidenza pro tempore passa da Alberto Fernández a Ralph Gonsalves, primo ministro di Saint Vincent and the Grenadines. Sotto la guida di Gonsalves, leader dello Unity Labour Party, lo Stato caraibico ha sviluppato in questi anni un'attiva politica estera nell'ambito della Caribbean Community e dell'Alba.

In parallelo alla riunione della Celac si è tenuta a Buenos Aires la Cumbre Social, che ha riunito esponenti di organizzazioni sindacali ed ecologiste, militanti dei movimenti sociali e delle comunità indigene. Al termine dei lavori i partecipanti hanno consegnato ai capi di Stato un documento sui problemi socio-economici e ambientali della regione e sulla necessità di frenare le azioni destabilizzanti in atto contro i governi eletti dalla maggioranza, dal tentativo di golpe in Brasile alla sanguinaria repressione contro la protesta popolare in Perù. (25/1/2023)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato