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Cile, respinta la proposta di Costituzione dell'estrema destra

I cileni hanno respinto, con il 55,7% dei voti, il progetto di Costituzione presentato da una maggioranza di estrema destra, che proponeva un inasprimento delle leggi contro l'immigrazione clandestina, poneva un'ipoteca sul diritto di aborto e limitava il ruolo dello Stato in un'economia di mercato, delineando un regime fortemente neoliberista. Il testo era stato elaborato da un Consejo Constitucional eletto in maggio e dominato dal reazionario Partido Republicano dopo la bocciatura, nel settembre 2022, della proposta democratica e innovativa redatta da una prima assemblea costituente.

Passati quattro anni dalla rivolta del 2019, il Cile si ritrova dunque a fare nuovamente i conti con la Costituzione ereditata dalla dittatura e con l'unica speranza di ritoccare parzialmente gli articoli dettati da Pinochet, come già avvenuto una settantina di volte nel periodo della transizione. Sia il governo Boric, sia le diverse forze politiche escludono la possibilità di un terzo tentativo di riscrivere le norme fondamentali dello Stato. La portavoce presidenziale, Camila Vallejo, ha dichiarato: "Speriamo che il risultato di ieri serva da lezione per agire, per mettersi al lavoro e riuscire a concretizzare gli accordi necessari in materia di pensione e patto fiscale". Su queste riforme, da mesi bloccate in Parlamento, punta ora l'esecutivo per poter presentare al paese un cambiamento reale, anche se parziale. (19/12/2023)

Articolo precedente sul Cile: Dopo cinquant'anni sul Cile ancora l'ombra di Pinochet

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato