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Cile, la nuova Costituzione sarà scritta dall'estrema destra

Il Partido Republicano, la formazione di estrema destra che si opponeva al cambiamento della Costituzione ereditata da Pinochet, dovrà ora guidare l'assemblea incaricata di elaborare la nuova legge fondamentale del Cile. È questo il sorprendente risultato scaturito dalle urne il 7 maggio: il Pr ha conquistato 23 (su 51) seggi del Consejo Constitucional e con gli undici della destra tradizionale (l'alleanza Chile Seguro, formata da Renovación Nacional, Udi ed Evópoli) si aggiudica una comoda maggioranza. La coalizione Unidad para Chile (Frente Amplio, Partido Comunista e Partido Socialista) ottiene solo 16 seggi. Nel Consejo siederà anche un rappresentante dei popoli originari.

Il 20% degli elettori, costretti a recarsi alle urne perché il voto è obbligatorio, ha espresso la propria estraneità alle opzioni in campo consegnando la scheda in bianco o annullandola. La delusione nei confronti della classe politica e in particolare del governo è evidente soprattutto a sinistra: a Boric si rimprovera l'eccessiva timidezza al momento di varare le promesse riforme. Qualcosa è stato fatto, ad esempio la legge che riduce la settimana lavorativa da 45 a 40 ore, che verrà applicata gradualmente nel corso di cinque anni, o il lancio della Política Nacional del Litio, che prevede la creazione di un'associazione pubblico-privata in cui lo Stato possa giocare un ruolo attivo in tutto il ciclo produttivo del cosiddetto "oro bianco". Ma l'importante riforma tributaria, che doveva garantire il finanziamento dei programmi governativi, è stata bocciata in marzo dalla Camera.

È diventato invece uno dei temi di forte imbarazzo per l'esecutivo il contrasto all'aumento della criminalità, questione su cui la destra ha giocato tutte le sue carte. Su questo piano il governo ha dimostrato la sua debolezza, accettando che i carabineros abbiano nuovamente in dotazione le pistole mitragliatrici Uzi, che erano state ritirate nel 2011 dopo l'uccisione del giovane Manuel Gutiérrez durante una protesta. E continuando ad ammettere che i processi agli attivisti mapuche avvengano con i testimoni dell'accusa che si presentano incappucciati.

Nel frattempo il capo dello Stato ha realizzato un rimpasto di governo rimuovendo tra gli altri la ministra degli Esteri Antonia Urrejola (dopo la filtrazione di un audio in cui questa criticava pesantemente l'ambasciatore argentino) per sostituirla con il democristiano Alberto Van Klaveren, sostenitore della Nato e dell'appoggio a Zelensky. Un'ulteriore conferma dello spostamento dell'esecutivo in senso moderato è la nomina, alla Segreteria Generale della Presidenza, di Alvaro Elizalde, fino all'anno scorso presidente del Partido Socialista.

I neoeletti membri del Consejo dovranno redigere la nuova carta costituzionale mantenendola nel solco della bozza preparata dai 24 esperti designati dai partiti politici. Ne scaturirà una proposta ben diversa da quella, veramente innovativa, che venne bocciata nel referendum dello scorso anno. La segretaria generale del Pr, Ruth Hurtado, è stata chiara in proposito: "Noi riteniamo che questa Costituzione sia buona", deve avere solo qualche modifica, ha affermato riferendosi al testo imposto dalla dittatura nel 1980 e solo parzialmente emendato in seguito. Sicuramente né il sistema politico, né il modello economico vigenti verranno posti in questione dalla proposta su cui i cileni verranno chiamati a votare in dicembre. (9/5/2023)

 

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a cura di Nicoletta Manuzzato