Latinoamerica-online.it

Ecuador, Luisa González e Daniel Noboa al ballottaggio

Nonostante i timori della vigilia, la giornata del 20 agosto è trascorsa in relativa calma e ha visto un'elevata affluenza alle urne (82%). Gli unici problemi si sono registrati all'estero, dove moltissimi elettori non sono riusciti ad accedere al voto telematico a causa di un attacco informatico: venerdì 25, al termine dello scrutinio, il Consejo Nacional Electoral ha quindi deciso che in queste circoscrizioni l'elezione legislativa dovrà essere ripetuta. Nell'Asamblea Nacional il movimento correista Revolución Ciudadana ha comunque già conquistato il più alto numero di seggi, confermandosi la maggiore forza politica.

Per quanto riguarda le presidenziali, nessuno degli otto candidati ha raggiunto il quorum necessario per essere eletto al primo turno e tutto viene rimandato al 15 ottobre, quando si confronteranno la correista Luisa González, che ha ottenuto il 33,6% dei suffragi, e Daniel Noboa, dell'alleanza di destra Acción Democrática Nacional (23,4%). Escluso dal ballottaggio il giornalista Christian Zurita (16,4%), che aveva preso il posto di Fernando Villavicencio, ucciso il 9 agosto.

Figlio del magnate del commercio delle banane Alvaro Noboa, Daniel non figurava tra i favoriti: il suo sorprendente secondo posto sembra sia dovuto alla campagna condotta sui social, in particolare su TikTok. Questo getta una pesante ipoteca sulla vittoria di González, che prima dell'omicidio di Villavicencio (grande rivale di Correa) era data altamente probabile al primo turno; ora su Noboa potrebbero convergere i voti del composito schieramento anticorreista.

Il 20 agosto gli ecuadoriani sono stati chiamati a votare anche due referendum ambientalisti. Il primo riguardava la richiesta di frenare lo sfruttamento petrolifero in un settore del Parco Nazionale Yasuní, un "santuario della biodiversità". Il quesito, promosso dal collettivo ambientalista Yasunidos con la raccolta di oltre 750.000 firme, ha ottenuto quasi il 59% di sì. Con il secondo referendum, di carattere locale, il collettivo Quito Sin Minería chiedeva la proibizione dell'attività mineraria nel Chocó Andino, la riserva della biosfera nei pressi della capitale. Anche in questo caso i sì sono stati oltre il 68%. Celebrando questi due risultati, il presidente della Conaie, Leonidas Iza, ha affermato: "La scintilla che si accende qui in Ecuador" è un invito all'unità "in una lotta globale per difendere la vita planetaria". (26/8/2023)

Articolo precedente sull'Ecuador: Una campagna elettorale sanguinosa

 

Latinoamerica-online.it

a cura di Nicoletta Manuzzato