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Nuove minacce di golpe in Colombia

L'Ejército de Liberación Nacional ha annunciato una tregua unilaterale per il Natale e le feste di fine anno. I colloqui di pace erano ripresi in novembre, dopo la sospensione decisa dal governo due mesi prima in seguito all'uccisione di tre soldati in un attacco contro una base militare. Ma il riavvio del dialogo non aveva comportato un cessate il fuoco e gli scontri erano continuati. La tregua finirà il 3 gennaio, ma è comunque un segnale incoraggiante per l'anno che sta per arrivare. Anche con i gruppi dissidenti delle Farc il dialogo prosegue. "La fine della guerra è il proposito nazionale per il 2025", ha scritto Gustavo Petro sul suo account X.

Non si arresta però l'offensiva della destra desiderosa di tornare al potere. In ottobre il Consejo Nacional Electoral ha aperto un'indagine contro il capo dello Stato per presunte irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale. Si è trattato di un chiaro tentativo di destituirlo: in Colombia solo il Congresso è autorizzato ad avviare indagini contro un presidente in carica. "È cominciato il golpe", ha denunciato Petro che, sempre sul suo account X, ha affermato: "Tutte le organizzazioni popolari del paese devono entrare in assemblea permanente. L'ora della mobilitazione generale del popolo colombiano è giunta. Il presidente costituzionale della Colombia, eletto dal voto popolare, ordina alla forza pubblica di non alzare una sola arma contro il popolo". L'appello non è caduto nel vuoto: i democratici sono scesi in piazza a Bogotá l'11 ottobre e di nuovo il 23 ottobre, in una manifestazione convocata da sindacati e organizzazioni sociali. (23/12/2024)

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a cura di Nicoletta Manuzzato