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El Salvador: come far tacere gli oppositori

L'uso di accuse infondate per far tacere gli oppositori è diventato uno degli strumenti più utilizzati dal regime di Nayib Bukele. Il caso più eclatante è quello dell'avvocata Ruth Eleonora López Alfaro, arrestata il 18 maggio per peculato (accusa trasformata poi dalla Procura in arricchimento illecito). In realtà la vera ragione è che López, dirigente della ong Cristosal, investigava casi di corruzione all'interno del governo (presidente compreso), criticava con forza le politiche di sicurezza del capo dello Stato e assisteva i 252 venezuelani deportati dagli Usa e rinchiusi in una prigione salvadoregna dopo l'accordo con l'amministrazione Trump. Qualche giorno prima erano stati incarcerati l'avvocato ambientalista Alejandro Henríquez e il pastore evangelico José Pérez. La loro colpa: aver appoggiato un pacifico presidio della cooperativa El Bosque, su cui pendeva la minaccia di sgombero.

Il 25 febbraio era finito in cella Fidel Zavala, portavoce dell'Unidad de Defensa de Derechos Humanos y Comunitarios. Zavala, che è stato accusato di collegamenti con le bande criminali, le pandillas, era già stato incarcerato una prima volta nel 2022 per un reato per cui era stato poi assolto. Durante la reclusione era stato testimone di torture e persino uccisione di detenuti nei penitenziari di Cutumay Camones e Mariona. Dopo la liberazione aveva denunciato le autorità carcerarie e per questo il suo nuovo arresto e la sua reclusione proprio a Mariona hanno fatto subito temere possibili ritorsioni. Con lui sono stati imprigionati oltre venti leader della comunità La Floresta, composta da sfollati per colpa del conflitto, che ora si vedono arbitrariamernte sfrattati dalle loro case. E il 7 giugno l'avvocato costituzionalista Enrique Anaya è stato arrestato con l'accusa di riciclaggio: aveva osato definire Bukele un "dittatore" e criticato la detenzione di Ruth López.

Di fronte a questa situazione hanno già scelto l'esilio numerosi ambientalisti, difensori dei diritti umani e giornalisti. Tra questi ultimi i redattori del periodfico digitale El Faro, finiti nel mirino del capo dello Stato dopo la pubblicazione delle interviste a due pandilleros che hanno rivelato i patti segreti con le bande criminali grazie ai quali Bukele divenne prima sindaco della capitale e poi presidente. Del resto non è la prima volta che El Faro si scontra con il governo per le verità che pubblica: nel 2023 ha dovuto spostare la sede nella vicina Costa Rica dopo l'apertura di un'indagine per evasione fiscale e dopo che i cellulari di giornalisti e impiegati erano stati messi sotto controllo.

TRE CONDANNE PER L'UCCISIONE DI QUATTRO GIORNALISTI OLANDESI. Dopo 43 anni sono stati giudicati i responsabili della morte di quattro giornalisti olandesi, caduti in un'imboscata e assassinati nel marzo del 1982 nel dipartimento di Chalatenango mentre filmavano un documentario sulla guerra civile. L'allora ministro della Difesa José Guillermo García, il direttore della Policia de Hacienda Francisco Morán e il comandante della Cuarta Brigada de Infantería dell'epoca Mario Adalberto Reyes Mena sono stati condannati a sessant'anni di carcere, ma ne dovranno scontare solo trenta perché questa è la pena massima stabilita dalla legge penale di quegli anni. (1/7/2025)

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a cura di Nicoletta Manuzzato