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Venezuela, trionfa il Gran Polo Patriótico

Le elezioni svoltesi il 25 maggio hanno registrato una nettissima vittoria del Gran Polo Patriótico, coalizione di partiti tra cui il Psuv (Partido Socialista Unido de Venezuela) e movimenti sociali, che con l'82% dei consensi ha conquistato la maggioranza assoluta nell'Asamblea Nacional e il governo di 23 dei 24 Stati in cui è diviso il paese. Un risultato ottenuto anche grazie alle divisioni della destra: l'ala che fa riferimento a María Corina Machado ha infatti fatto appello all'astensione, sperando di convincere gli elettori a disertare le urne. La strategia non ha ottenuto i risultati sperati: la partecipazione al voto del 42,6% ha sconfitto il "boicottaggio massiccio" che una certa opposizione sperava. L'invito a non votare è stato criticato come "controproducente" dall'altro settore della destra, deciso a partecipare ma diviso al suo interno tra l'Alianza Democrática, la Red Decide dell'ex candidato presidenziale Henrique Capriles e una serie di candidature indipendenti.

L'opposizione ha vinto solo nello Stato di Cojedes, con la riconferma del governatore Alberto Galíndez. A quest'ultimo il presidente Maduro si è rivolto felicitandolo e proponendogli collaborazione. Il chavismo ha invece riconquistato Zulia, Barinas e Nueva Esparta, cui si aggiunge il territorio di Guayana Esequiba, conteso dalla Guyana. "Non sono servite minacce, campagne mediatiche né pressioni internazionali", ha commentato il governatore di questo nuovo Stato, Neil Villamizar, che ha definito la sua vittoria come l'affermazione "del sentimento nazionale". Nell'Esequibo, sotto amministrazione di Georgetown, non erano stati aperti centri di votazione e gli elettori avevano potuto esprimere il loro suffragio dal vicino Stato di Bolívar. La decisione ha sollevato le proteste della Guyana, che ha prontamente rafforzato la presenza militare in zona.

La giornata elettorale, sotto la supervisione di più di 400 osservatori internazionali, è trascorsa senza incidenti nonostante gli allarmi dei giorni precedenti, quando era stato scoperto un arsenale di armi ed esplosivi e oltre settanta persone erano state arrestate con l'accusa di pianificare attentati terroristici. Dal 19 maggio erano sospesi anche i collegamenti aerei con la Colombia, dopo la denuncia dell'arrivo dal paese confinante di mercenari stranieri con l'obiettivo di sabotare la consultazione. (28/5/2025)

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a cura di Nicoletta Manuzzato